Cicalone va in Parlamento: «Dovete parlare ai giovani delle periferie usando la loro lingua». E sulla criminalità: «Risiede sempre nelle case popolari»

È un volto “familiare” per chi frequenta i social, ma risulta insolito trovarlo seduto in una commissione della Camera dei deputati. Visto e stravisto nei feed di Instagram, è Simone Ruzzi, in arte Simone Cicalone, il «documentarista urbano» ed ex pugile, diventato noto per i video in cui riprende i borseggiatori nelle metropolitane di diverse città italiane. Li filma, ma a volte la situazione degenera: come il 12 novembre, quando è stato al centro di un’aggressione alla fermata Ottaviano, in zona San Pietro a Roma, da cui è uscito con il volto tumefatto. Oggi, il «narratore delle periferie disgraziate» è stato invitato in audizione in commissione Periferie e degrado urbano dal presidente, il deputato di Forza Italia Alessandro Battilocchio. Con lui c’è anche Evelina Zullino, la sua videomaker, e il resto del team.
«I problemi risiedono sempre nelle case popolari»
Cicalone apre subito il discorso sullo stato di abbandono delle grandi periferie con particolare attenzione alla gestione delle case popolari. «Noi siamo stati ovunque: dallo Zen di Palermo, a Roma, Milano fino a Napoli – spiega – ma c’è sempre un comune denominatore in tutti questi luoghi: il problema risiede sempre nelle case popolari». Puntualizza: «Sono una delle migliori risorse per aiutare le persone» ma allo stesso tempo «vengono buttate alle ortiche e lasciate in mano alla criminalità». E il «welfare della malavita» arriva «dove c’è debolezza da parte delle istituzioni».
Le periferie e la droga
Per l’influencer, a Roma – la città di cui è originario e che cita spesso nel corso della sua audizione – sebbene le richieste per accedere alle case popolari siano «altissime», sono poche le famiglie che riescono davvero a ottenerle. «E allora voi direte: perché è tutto pieno? – commenta – in realtà ci sono tantissimi alloggi liberi. C’è un fallimento da questo punto di vista». A questo si aggiunge il problema della droga nelle periferie «che poi non sono più periferie, perchè c’è molta gente. A Corvetto c’è la metropolitana, ci si passa in auto. Anche a Roma, al Pigneto, ci si va a ballare, ci sono locali, si va a fare aperitivi. Ma basta semplicemente andare in una via laterale e c’è qualcuno che si fa di crack a cielo aperto, col benestare di tutti».
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«Per i giovani soluzioni anacronistiche»
Un lungo passaggio è stato dedicato alle fasce più giovani della società che vivono nei quartieri degradati. Per Cicalone, gli strumenti e le attività adottate dalle amministrazioni per contenere il disagio sono «anacronistiche»: «Vengono organizzati corsi di ceramica, corsi di ballo. Nessuno va da quei ragazzi a fargli capire che se si installassero l’intelligenza artificiale sul loro piccolo computer, domani potrebbero diventare ingegneri». «I giovani -prosegue – oggi sono facilmente avvicinabili: basterebbe considerare i loro interessi e parlare la loro lingua. Esistono iniziative private che cercano di proporre musica o altri svaghi: non risolvono tutto, ma offrono un momento di svago e, al tempo stesso, possono essere parte di un progetto a lungo termine».
Stiamo perdendo i giovani
Senza queste soluzioni “più moderne” per l’influencer i giovani dei sobborghi finiscono «nei centri sociali, che spesso vanno oltre» oppure cadono «in opportunità di guadagno anche illecite, come fare la vedetta o aiutare un pusher, prendendo magari 500-1000 euro a settimana». «Sono realtà che spesso ignoriamo – spiega – e se le ignoriamo qualcun altro se ne appropria. Il problema è che queste realtà si stanno prendendo i giovani, i più deboli, soprattutto in quartieri dove non viene loro offerto nulla».
Il monito ai politici
Per questo, l’influencer lancia un invito alle istituzioni politiche: «Quando arrivano le istituzioni, vengono spesso percepite male, perché intervengono solo dopo che è successo qualcosa, per mostrarsi. Per Cicalone la loro presenza «dovrebbe essere continua, ma fatta in modo intelligente, proponendo attività che interessino davvero alle persone».
