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Famiglia nel bosco, Al Bano offre una sua casa gratis in Puglia: «Anche io ho vissuto come loro»

06 Dicembre 2025 - 15:08 Alba Romano
al bano concerto pace russia ucraina mosca telefonata
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«Vengano a vedere, se è di loro gradimento possono restare quanto vogliono», ha annunciato il cantante

Tra i vari benefattori che si sono offerti di aiutare la cosiddetta famiglia del bosco di Palmoli, ora si aggiunge anche Al Bano Carrisi. Il cantante ha annunciato che è disposto ad aprire le porte della sua tenuta di Cellino San Marco alla famiglia, attualmente divisa per scelta del tribunale dei minorenni dell’Aquila. In un’intervista a Gente, il cantante ha offerto ospitalità al padre Nathan Trevallion, alla madre Catherine Birmingham e ai loro tre bambini: «Se ci fosse ancora bisogno, li invito a venire in Puglia a vedere una casa che potrei mettere a loro disposizione. Vengano a vedere, se è di loro gradimento possono restare quanto vogliono».

Al Bano: «Anche io ho vissuto nel bosco»

Carrisi ha poi spiegato di riconoscersi nella loro scelta di vita isolata: «Anch’io negli anni ’70 lasciai la grande città per vivere in un bosco a due chilometri e mezzo dal centro abitato. Non c’era acqua, non c’era elettricità, niente telefono». Oggi il cantante vive nel Salento, in un vasto podere tra vigneti, uliveti e una masseria seicentesca.

Il fronte giudiziario: il giudice ha preso tempo

Sul fronte giudiziario, il tribunale per i minorenni dell’Aquila ha deciso di prendere altro tempo. Il giudice sta esaminando un fascicolo ampio e complesso che comprende anche le relazioni elaborate dopo l’inserimento dei bambini nella struttura protetta di Vasto.

La prudenza delle tutrici dei bambini

Nell’ultima udienza, la curatrice speciale Marika Bolognese e la tutrice Maria Luisa Palladino hanno espresso un parere prudente perché una sola settimana non è sufficiente – a loro avviso – per valutare se le criticità iniziali siano state superate, pur riconoscendo buone condizioni di salute, socievolezza e un legame positivo con la madre. Le prime relazioni parlavano di un «microcosmo chiuso», ma dai report più recenti emergono segnali incoraggianti sull’adattamento dei minori e su un atteggiamento più collaborativo dei genitori. La decisione ora spetta al Tribunale.

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