Evasione da film dal carcere di Opera, un detenuto sega le sbarre della finestra e si cala con le lenzuola: è la quarta volta. Ricerche in corso

Un detenuto di origini albanesi, Toma Taulant, è riuscito a evadere nella notte dalla Casa di reclusione di Milano Opera. L’uomo, 41 anni, ha segato le sbarre della finestra della sua cella e si è calato all’esterno utilizzando lenzuola annodate. A renderlo noto è stato Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria, che ha espresso preoccupazioni sulle modalità con cui l’evasione è stata messa in atto. «Non è ancora chiaro come abbia fatto poi a scavalcare la cinta muraria (alta sei metri, ndr) e se abbia goduto di complicità esterne», sottolinea. De Fazio ha inoltre messo in evidenza le gravi lacune del sistema penitenziario italiano, criticando le politiche attuate dai governi negli ultimi 25 anni. «Questo nuovo caso, unito alla drammatica realtà quotidiana nelle prigioni italiane – precisa -, dimostra un fallimento che va ben oltre il singolo detenuto che evade».
Il quarto tentativo di fuga
La fuga di Taulant non è un caso isolato: l’uomo, che stava scontando una condanna per furti e rapine con fine pena fissata al 2048, è già noto per altri tre episodi di evasione, l’ultimo dei quali risale al 2013, quando riuscì a scappare dal carcere di Parma insieme a un altro detenuto. Attualmente, il 41enne è ricercato dalle forze dell’ordine, che stanno collaborando con la polizia penitenziaria per cercare di rintracciarlo.
Le condizioni dei detenuti nel carcere di Milano
Oltre all’evasione, il segretario generale richiama l’attenzione sulle condizioni di sovraffollamento e sulla carenza di personale che caratterizzano il carcere di Milano Opera. «1.338 detenuti sono stipati in 918 posti disponibili (sovraffollamento del 153%) e vengono gestiti, per com’è possibile, da soli 533 agenti, quando ne necessiterebbero almeno 811 (-34%)». Il sistema penitenziario italiano «dimostra ogni giorno le sue fragilità – sottolinea De Fazio -. È urgente una riforma strutturale che affronti seriamente le problematiche delle carceri, per garantire una gestione adeguata e degna di un paese civile», conclude, ribadendo la necessità di interventi concreti e di un progetto programmatico.
Foto copertina: ANSA/MATTEO CORNER | L’ingresso al carcere di Opera a Milano
