Tutti vogliono Stefano Accorsi attore. Ma come produttore con la moglie Bianca non sfonda: incassi dimezzati, si salva solo con un aiutino di Stato

Stefano Accorsi continua ad essere uno degli attori italiani più ricercati ed ambiti ed è continuamente sul set. Dai primi di novembre ha iniziato a girare con Emanuela Fanelli, Claudia Pandolfi, Vittoria Puccini e Claudio Santamaria (che sarà in poco più di un cammeo) il nuovo film di Paolo Genovese, “Il rumore delle cose nuove”, tratto dall’omonimo romanzo del regista. Il cast in gran parte è quello del fortunato “Follemente”. E con lo stesso Santamaria, oltre a Carolina Crescentini e Miriam Leone, Accorsi ha terminato di girare “Le cose non dette” di Gabriele Muccino che sarà nelle sale cinematografiche a fine gennaio 2026. Le sue quotazioni da attore sono alle stelle. La vita da produttore un po’ meno.

La casa di produzione aperta nel 2014 che lanciò con Sky la fortunata serie 1992
Nel 2014 Accorsi aveva aperto una sua piccola casa di produzione, la Stephen Greep srl, una società unipersonale affidata però alle cure della moglie Bianca Vitali, madre di due dei suoi quattro figli (i primi due li ha avuti con l’allora compagna Laetitia Casta, con cui però Accorsi non si è mai sposato). La Vitali è amministratrice unica della Stephen Greep, società che al suo attivo ha soprattutto la coproduzione con Sky di 1992, la fortunata serie tv in cui recitava fra i protagonisti proprio Accorsi, e con lui pure la Leone. Da lì in poi poche cose, e infatti la società di produzione non è mai davvero decollata.
I ricavi scesi sensibilmente e il piccolo utile anche grazie a tre sovvenzioni di Stato
L’ultimo bilancio della Stephen Greep, quello al 31 dicembre 2024, è stato approvato con grandissimo ritardo alla fine dello scorso mese di ottobre. E ha visto contrarsi nuovamente i ricavi, scesi a 279.559 euro dai 490.428 euro dell’anno precedente. Se gli incassi però sono tornati al di sotto anche del 2021, almeno Accorsi quest’anno non ha dovuto rimettere dei soldi con la sua società di produzione. La moglie ha tagliato con oculatezza le spese e alla fine è arrivato un piccolo utile di 6.355 euro, assai diverso dalla perdita 2023 che era stata addirittura di 303.013 euro. Ad aiutare l’uscita dal profondo rosso anche qualche contributo a fondo perduto arrivato nel 2024 dalle vecchie leggi emergenziali sul Covid. Tre contributi pubblici per un totale di circa 13.500 euro, che si sono rivelati decisivi per non chiudere l’anno ancora una volta in perdita.
