Elezioni in Ucraina? Zelensky a picco dopo lo scandalo corruzione, cresce l’ex capo dell’esercito Zaluzhny – Il sondaggio

Elezioni anticipate in Ucraina? Quella che sino a poche ore fa sembrava fantapolitica, un sogno di Vladimir Putin più o meno convintamente condiviso dalla Casa Bianca, ora pare uno scenario realmente possibile. Al termine di una giornata a Roma in cui ha incontrato Papa Leone XIV e Giorgia Meloni, infatti, Volodymyr Zelensky a sorpresa ha aperto all’idea su cui l’aveva sfidato in un’intervista Donald Trump: «Stanno usando la guerra per non indire le elezioni, penso che il popolo ucraino dovrebbe avere questa scelta». Ora il leader di Kiev si dice pronto a far partire il processo così che possano svolgersi elezioni «entro 60-90 giorni», se gli Usa contribuiranno a creare le condizioni di sicurezza necessarie nel Paese, persino sotto legge marziale. Ma che succederebbe se si andasse al voto? «Forse vincerebbe Zelensky. Non so chi vincerebbe», rifletteva a voce alta Trump nell’intervista a Politico. In effetti il risultato a priori pare un rebus, in un Paese che di fatto ha visto «anestetizzata» la contesa politica da quando a febbraio 2022 è stato sconvolto dalla guerra scatenata da Vladimir Putin. Ma una cosa è certa: Zelensky negli ultimi mesi è calato nettamente nei sondaggi, e lo scandalo corruzione ai vertici dell’Ucraina arrivato a lambire il suo «cerchio magico» sembra aver dato un colpo ulteriore, se non di grazia, al suo consenso.
Il crollo di Zelensky e l’ascesa (ipotetica) di Zaluzhny
Secondo un sondaggio pubblicato oggi dal Kyiv Independent al primo turno di futuribili elezioni presidenziali voterebbe per Zelensky appena un ucraino su cinque: il 20,3%, per l’esattezza. La rilevazione è stata condotta tra il 13 e il 28 novembre, pochi giorni dopo l’esplosione dello scandalo corruzione costato il posto a due ministri e alla fine pure al braccio destro di Zelensky, Andriy Yermak. Nel precedente sondaggio, che risale a ottobre, a dichiararsi pronti a rivotare Zelensky erano il 24,3% degli ucraini. Un calo deciso, dunque. Eppure il «comandante in capo» dei quasi quattro anni di guerra resta al momento il candidato più popolare. Anche perché al momento di chiari contendenti non ce ne sono. Solo indiscrezioni e speculazioni, su cui provano a misurare la temperatura i sondaggi. Ecco dunque che lo sfidante più accreditato sarebbe Valerii Zaluzhny, l’ex capo di stato maggiore dell’esercito rimosso dall’incarico da Zelensky a febbraio 2024 e inviato a Londra come ambasciatore. Secondo molti anche per frenare su eventuali ambizioni politiche considerata la sua grande popolarità tra i soldati e non solo per aver guidato sul campo la brillante risposta all’aggressione russa. Per Zaluzhny, che sin qui non ha mai ufficializzato alcun progetto politico, voterebbe in ipotesi il 19,1% degli ucraini (+3% sul mese precedente). E in eventuali elezioni parlamentari un solido 21,8% dice che voterebbe un eventuale partito guidato da Zaluzhny, mentre “Servitore del Popolo”, il partito di Zelensky scosso dalle inchieste per corruzione, raccoglierebbe appena l’11,5%.
Ricandidarsi o passare la mano? Il dilemma di Zelensky
L’altro possibile sfidante di Zelensky di cui si vocifera da tempo è Kyrylo Budanov, attuale capo dell’intelligence militare ucraina. Il sondaggio di Info Sapiens per il Kyiv Independent lo accredita per ora di un più modesto 5,1% di consensi. D’altronde non è affatto detto che i possibili «sostituti» di Zelensky sarebbero più accomodanti verso Trump – men che meno verso il Cremlino – del leader di questi anni. Anzi. Ultima ma non ultima delle variabili da considerare, la scelta di Zelensky stesso sul futuro. Davvero si ricandiderà se e quando arriverà davvero la convocazione delle elezioni anticipate? O stupirà tutti, di nuovo, chiamandosi fuori, per togliere a Trump (e Putin) argomenti con cui provare a inchiodare l’Ucraina a un accordo capestro e passare alla storia come l’«eroe di guerra»? Nessuno dimentica che a settembre, sempre per respingere pressioni asfissianti della Casa Bianca, il leader di Kiev disse di essere disponibile a non ricandidarsi dopo la fine della guerra, per il bene dell’Ucraina. Ipotesi e congetture, mentre resta tutta da verificare la reale possibilità di prevedere elezioni in tempo di guerra incessante.
