Ultime notizie Donald TrumpFamiglia nel boscoSanitàUcraina
FACT-CHECKINGAgricolturaCommissione UEDisinformazioneEUtopiaRicerca scientificaUnione europea

Cosa significa il ritiro dello studio sul glifosato e il ruolo dell’UE

10 Dicembre 2025 - 12:18 David Puente
La ritrattazione riguarda quel singolo articolo, non l'intero corpo di letteratura su cui si basano le autorità europee

La notizia della ritrattazione di uno studio a favore della sicurezza del glifosato ha fatto scalpore ed è stato accolto come la prova dell’inadeguatezza degli enti regolatori europei. In pratica, tale ritrattazione, che riguarda un singolo lavoro, viene utilizzata per ritrattare decenni di ricerche scientifiche sul pesticida. Anche in questo caso, la narrazione risulta fuorviante e proposta in ottica antieuropea (e non solo).
La review di Williams, Kroes e Munro, pubblicata nel 2000, è stata effettivamente un testo molto citato nel dibattito pubblico, ma il sistema di valutazione del rischio adottato da EFSA ed ECHA non dipende mai da un unico studio e la ritrattazione non smentisce le attuali valutazioni.

Per chi ha fretta

  • Il glifosato è uno dei pesticidi più utilizzati e più studiati al mondo.
  • La review di Williams et al. (2000), storicamente usata come riferimento pro-glifosato, è stata ritirata.
  • La review è stata ritirata per gravi violazioni di integrità scientifica, inclusi ghostwriting, omissione di studi disponibili e potenziali conflitti di interesse.
  • La ritrattazione riguarda quel singolo articolo, non l’intero corpo di letteratura su cui si basano le autorità europee.
  • L’UE ha rinnovato l’approvazione del glifosato nel 2023 basandosi su una valutazione completa condotta da EFSA, ECHA e Stati membri, non su quel singolo studio.
  • La ritrattazione del singolo studio non modifica automaticamente i livelli di rischio attuali né porterà l’UE a vietare il glifosato in assenza di nuove evidenze.

Analisi

La narrazione, in ottica anti UE, viene così proposta sui social:

ABBIAMO SCHERZATO: IL GLIFOSATO NON E’ SICURO.
LA RICERCA PIU’ IMPORTANTE RITIRATA DOPO 25 ANNI!!!

Una clamorosa notizia: a distanza di 25 anni la review più citata sul Glifosato, dal titolo “Safety Evaluation and Risk Assessment of the Herbicide Roundup1 and Its Active Ingredient, Glyphosate, for Humans”, su cui si sono fondate molte delle decisioni della UE riguardo l’autorizzazione all’utilizzo di questo erbicida, viene ritirata dalla stessa rivista che l’aveva pubblicata (Regulatory Toxicology and Pharmacology).

Sono infatti emerse ravi omissioni, coinvolgimento Monsanto e conflitti di interesse che ne minano credibilità e uso nelle decisioni prese dall’Europa.

“La review del 2000 era diventata un riferimento per le autorità, anche europee. Veniva citata in dossier, consultazioni pubbliche e documenti tecnici come evidenza della non cancerogenicità del glifosato e della sicurezza del Roundup. Il suo “peso” derivava non solo dalla pubblicazione su una rivista specializzata, ma anche dalla sintesi apparentemente completa di tutti i dati disponibili.”

Ecco gli 8 motivi che hanno portato al ritiro:

1. Studi selezionati in modo incompleto
2. Dubbi sull’indipendenza degli autori
3. Contributi non dichiarati
4. Possibili compensi nascosti
5. Conclusioni non attribuibili con certezza
6. Distorsioni nel metodo “weight-of-evidence”
7. Impatto storico sulle valutazioni regolatorie
8. Mancanza di risposta da parte dell’autore superstite

Onore alla rivista che ha avuto il coraggio di ritirare lo studio dopo 25 anni; chissà se le autorità europee avranno lo stesso coraggio nel fare marcia indietro…

Cosa sappiamo sullo studio ritrattato

La rivista Regulatory Toxicology and Pharmacology ha ritirato il paper dopo aver riscontrato una serie di gravi anomalie. Le motivazioni del ritiro non riguardano nuove prove di cancerogenicità, bensì la perdita di integrità scientifica del lavoro.

Il punto principale è che gli autori basarono le conclusioni sulla non cancerogenicità del glifosato esclusivamente su studi interni condotti da Monsanto, ignorando diversi studi di carcinogenicità e tossicità cronica già esistenti negli anni ’90. Quegli studi, pur non pubblicati su riviste peer-reviewed, erano disponibili all’epoca e avrebbero potuto essere inclusi nella revisione. Non vengono spiegate queste “selezioni” ed “esclusioni” di studi non peer-reviewed, sollevando grossi dubbi sulla completezza e sull’obiettività delle conclusioni.

Inoltre, la ritrattazione conferma che Monsanto contribuì alla stesura del lavoro senza essere menzionata come co-autore. Tale mancanza, insieme ai sospetti/dubbi di un’ipotetica compensazione economica non dichiarata, intacca l’indipendenza degli autori e mina la credibilità delle conclusioni espresse dallo studio sulla sicurezza del principio attivo.

Lo studio ritrattato non è il pilastro della valutazione europea

Contrariamente a quanto viene interpretato e suggerito nella narrativa anti UE, il paper ritrattato del 2000 non è il fondamento su cui poggiano le approvazioni del glifosato in Europa e dagli enti regolatori nazionali. Nel 2023 l’UE ha rinnovato l’autorizzazione dopo una valutazione durata quattro anni, condotta da EFSA, ECHA e dagli Stati membri, che ha raccolto centinaia di studi pubblicati e non pubblicati peer-reviewed.

Detto questo, l’approvazione del glifosato (attualmente prevista fino al 2033) non è irrevocabile. La Commissione europea specifica che può modificare o revocare l’autorizzazione qualora emergessero nuove evidenze che ne mettano in discussione la sicurezza.

La stessa Commissione europea non esclude l’analisi di ricerche come quelle presentate dall’Istituto Ramazzini nel 2025, ampiamente criticato in Italia anche dalle valutazioni scientifiche del professor Enrico Bucci (Adjunct Professor, Biology Dept., Temple University, Philadelphia USA) e del professor Pellegrino Conte (Ordinario in Chimica Agraria, Università degli Studi di Palermo), per il quale EFSA ed ECHA hanno richiesto i dati grezzi per una valutazione approfondita. Come ricordato dall’ECHA, però, una singola pubblicazione non è sufficiente per rovesciare le conclusioni di un processo di valutazione basato sul peso complessivo delle evidenze.

Cosa dice l’AIRC sul glifosato

Secondo quanto riportato nella scheda sul glifosato della Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro, aggiornato al 16 settembre 2025, negli studi negli esseri umani la cancerogenicità non è stata dimostrata con certezza. Nella sintesi leggiamo:

In uno studio svolto con il glifosato somministrato ai ratti, i risultati sembravano averne dimostrato la cancerogenicità. Tuttavia, l’articolo, pubblicato nel 2012, è stato in seguito ritrattato per problemi di metodo e i dati non sono mai stati replicati in studi di qualità superiore.

Dopo un’attenta analisi delle prove disponibili, la IARC di Lione ha classificato il glifosato nel gruppo 2A, tra i probabili cancerogeni.

Altri enti, come ECHA, EFSA, OMS e FAO, hanno espresso valutazioni più rassicuranti, ma hanno previsto comunque misure cautelari, come il divieto di utilizzarlo in aree densamente popolate o la necessità di riesaminare i livelli massimi di residui di questa sostanza che, per legge, possono essere presenti dentro e sopra gli alimenti.

Negli anni il glifosato ha continuato a essere studiato e dibattuto internazionalmente. Per quanto riguarda le decisioni assunte dai singoli Stati, la Francia si è prefissa di ridurne l’uso per poi eliminarlo completamente nel giro di pochi anni, mentre l’Olanda ne vieta la vendita ai privati per uso domestico, nei giardini e negli orti.

Per comprendere l’entità del rischio è utile ricordare quali sostanze siano classificate come cancerogene certe, come l’alcol, il fumo di tabacco, il benzene, l’amianto, le radiazioni ultraviolette e il particolato atmosferico, ritenuti agenti noti e responsabili di tumori in varie parti del corpo. Un solo bicchiere di vino contiene circa 15 grammi di etanolo, sostanza riconosciuta come cancerogena di Gruppo 1, quantità di gran lunga superiore rispetto ai microgrammi di glifosato ingeriti quotidianamente da un adulto.

Conclusioni

La ritrattazione dello studio del 2000 è un evento rilevante dal punto di vista dell’integrità scientifica, ma la sua interpretazione è fuorviante. Il ritiro colpisce un singolo lavoro, reso inattendibile da omissioni e conflitti di interesse, non l’intero corpus di ricerche sul glifosato né i processi regolatori europei. Di fatto, le autorità europee approvano e rinnovano le autorizzazioni sulla base di analisi molto più ampie, che considerano numerosi studi e moltissimi dati non pubblici (non peer-reviewed).

Questo articolo contribuisce a un progetto di Meta per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Meta.

leggi anche