Giorgia Meloni mette all’asta i doni ricevuti dai leader dei paesi visitati. Qualcuno si offenderà, ma lei vuole incassare 800 mila euro per il governo

Rischiando anche qualche gaffe diplomatica, Giorgia Meloni ha deciso di vendere all’asta per un valore massimo di 800 mila euro parte dei regali di valore superiore ai 300 euro ricevuti durante le sue visite all’estero da premier. Non c’è una lista dei doni messi all’asta, ma inevitabilmente nell’elenco ci saranno quelli svelati nel maggio scorso da Palazzo Chigi al renziano Francesco Bonifazi che ne aveva chiesto informazioni con un’interrogazione parlamentare. Fu consegnata la lista completa di 273 doni ricevuti da quando nel 2022 Meloni è approdata a Palazzo Chigi. Alcuni erano piuttosto curiosi.
Dalle scarpe di pitone blu alla statuetta con motosega che ritrae Milei, al foulard di Rama
Stando a quell’elenco, alla premier italiana sono stati regalati una quindicina di tappeti durante i suoi viaggi in Libia e in altri paesi arabi. Un vaso prezioso in Vietnam, un paio di scarpe di pitone blu con tacco d’oro disegnato dalla stilista locale Norah Alhumaid in Arabia Saudita. Una statuetta del presidente argentino con la sua motosega donatole dallo stesso Javier Milei. Un busto argenteo di Ghandi e una statuetta d’oro regalatole dal premier indiano Narendra Modi, un foulard consegnatole mettendosi in ginocchio dal premier albanese Edi Rama, un servizio da thé in porcellana regalatole dal premier ungherese Viktor Orban e una ciotola di ceramica che le ha donato l’ex presidente Usa, Joe Biden. E poi molti gioielli, un abito tradizionale da donna indonesiano, una collezione di quadri da ogni parte del mondo, un vaso di fiori, un set di trucchi da donna giapponese, cofanetti, cinture preziose, un iPad.

La necessità di fare cassa per liberare i locali, la casa d’aste controllata in Repubblica Ceca
Deludendo qualche leader politico di altri paesi, quindi Meloni ha deciso di fare cassa con quei doni (il ricavato andrà alla presidenza del Consiglio dei ministri) perché ormai costava piuttosto mantenerli, visto che non bastava una ampia stanza di Palazzo Chigi all’inizio trasformata in un deposito. L’incarico è stato affidato a una casa d’aste romana, la Bertolami fine art che ha sede nello storico palazzo Caetani Lovatelli dove quei beni verranno venduti ai migliori offerenti fra gennaio e giugno del prossimo anno. Alla casa d’aste sarà data una commissione del 5% fino a un massimo di 40 mila euro, ed è per questo che si può stimare un valore massimo di 800 mila euro per i beni venduti. Il titolare della casa d’aste è Giuseppe Bertolami, e la proprietà della maison che nell’ultimo bilancio disponibile ha fatturato 3,37 milioni di euro ottenendo un utile di 35.470 euro, è della Testudo holding srl, posseduta al 99% da una società anonima della Repubblica Ceca, la Jeliel s.a, nata nel 2023 come società di gestione di patrimoni.
