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La raccolta firme per Zaia “Doge” del nord agita la Lega: «Così rischiamo l’anarchia»

10 Dicembre 2025 - 23:06 Sofia Spagnoli
Fonti del Carroccio a Open sulla proposta di nominare l'ex governatore del Veneto referente per il nord: «Il problema non è lui, ma il metodo.

Un appuntamento pre-natalizio per «richiamare all’ordine» i propri uomini: la Lega lombarda ha convocato per domani il direttivo regionale, l’incontro mensile pensato per confrontarsi su diverse questioni. Ma al centro della scena, in contumacia, torna il nome di Luca Zaia, l’ex governatore del Veneto e campione di preferenze alle regionali, corteggiato da molti leghisti dell’asse Veneto-Friuli Venezia Giulia-Lombardia (e non solo), che lo vorrebbero a capo di un ipotetico «dipartimento Nord» del partito. Dalla sua “popolarità” è nata nelle scorse settimane una raccolta firme per chiedere a Matteo Salvini di designare Zaia come referente per le regioni del Nord. Ma movimenti giudicati «spontanei», che non hanno trovato unanime consenso all’interno del partito.

Il punto all’ordine del giorno

Il succo del discorso è racchiuso in un punto all’ordine del giorno dell’incontro, convocato come da prassi dal segretario regionale e senatore Massimiliano Romeo, al quale partecipano i segretari provinciali e i membri eletti durante il congresso. Nel documento si legge: «Iniziativa sezione Brescia», proprio la sezione da cui è partita la raccolta firme a sostegno di Zaia.

«Si farà una riflessione sulla proposta»

Secondo quanto chiariscono fonti interne, ci sarà certamente una fase di riflessione e analisi sulla fattibilità della proposta arrivata da Brescia, che mira all’istituzione di un vero e proprio coordinamento unitario per le regioni del Nord, analogo a quello già previsto per il Centro e il Sud. E per cui Luca Zaia, secondo i militanti bresciani, sarebbe la figura «autorevole, radicata e leale al movimento» ideale per guidarlo, come aveva ricordato negli scorsi giorni il segretario della sezione bresciana della Lega, Michele Maggi, sulle colonne di Repubblica.

«Il vero problema è il metodo»

Ma oltre alla discussione sulla proposta, fonti interne al partito chiariscono che l’obiettivo principale del punto all’ordine del giorno è rimettere in carreggiata la Lega. «Non è un problema Zaia, anzi, è un valore aggiunto», spiegano, «ma il vero problema è il metodo». «Se ogni sezione domani mattina si sveglia e inizia a raccogliere firme, proponendo iniziative senza coordinamento – proseguono – si rischia un’anarchia totale. La gerarchia va rispettata, altrimenti i segretari non hanno più alcun peso». «Se qualcuno domani dice “raccolgo firme per ottenere un sottosegretario in più”, capisce che diventa tutto molto più complesso?», è la sintesi di un altro leghista.

Il modello bavarese

La proposta che arriva da Brescia va a rafforzare quella visione che, pur non essendo identica al modello bavarese Cdu–Csu, a esso si avvicina. Si tratta di un’impostazione partitica con due formazioni, ognuna libera di portare avanti le proprie battaglie, ma che possono unirsi per sommare i voti e presentarsi compatti alle elezioni politiche o europee. Negli scorsi mesi Zaia ha lasciato intendere che, per restare nella Lega, il partito dovrà riformarsi seguendo questa linea. Non è stato un aut-aut, ma una considerazione che ha comunque creato scalpore all’interno del partito e che probabilmente continuerà a farlo, come si desume dagli sviluppi in corso.

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