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L’Italia fa saltare l’accordo Ue-Mercosur, la telefonata di Meloni a Lula: «Devo convincere gli agricoltori…» – Il video

18 Dicembre 2025 - 21:20 Simone Disegni
Von der Leyen non andrà in Brasile a firmare l'intesa come previsto: tutto rinviato a gennaio. Negoziati a oltranza a Bruxelles sugli asset russi

Salta la firma dell’accordo tra Unione europea e Mercosur, il blocco sudamericano che riunisce Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay. Dopo decenni di trattative e stop and go il dossier si era sbloccato dopo l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca, che ha spinto l’Ue a intensificare rapporti politici e commerciali con altre aree del mondo. Un anno fa – a dicembre 2024 – Ursula von der Leyen era volata personalmente a Montevideo per siglare la nuova intesa che darebbe vita alla più vasta area di libero scambio del mondo (700 milioni di consumatori). Molti governi però avevano puntato i piedi, a cominciare da Francia e Italia, dando voce ai timori dei loro agricoltori – già in difficoltà economica – di vedere i mercati europei preda di merci sudamericane più competitive e magari con standard di minor qualità. La Commissione ha negoziato per mesi e ha poi portato a casa un testo finale con una serie di precise «clausole di salvaguardia». E questo sabato 20 dicembre von der Leyen sarebbe dovuta volare in Brasile a firmare una volta per tutta l’accordo. Niente da fare. Al Consiglio europeo in corso a Bruxelles i leader dei 27 hanno dovuto prendere atto che ancora non c’è consenso generale. A mettere di traverso, oltre alla “solita” Francia, è stata negli ultimi giorni proprio l’Italia. Ed è stata Giorgia Meloni stessa a spingere per la soluzione adottata al vertice: un rinvio della firma, probabilmente a gennaio 2026.

La telefonata di Meloni a Lula e l’ira della Germania

Oltre che ai suoi colleghi europei, Meloni oggi da Bruxelles ha spiegato le riserve dell’Italia direttamente al presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, già pronto a stendere il tappeto rosso alla presidente della Commissione per la firma. «Mi ha sorpreso apprendere che l’Italia, insieme alla Francia, non vuole firmare l’accordo. Ho parlato con Meloni e mi ha spiegato che non è contraria all’accordo, che sta vivendo un certo imbarazzo politico a causa degli agricoltori italiani, ma che è certa di poterli convincere ad accettarlo. Poi mi ha chiesto di avere pazienza per una settimana, 10 giorni, al massimo un mese, e che l’Italia avrebbe aderito», ha fatto sapere dopo la telefonata lo stesso Lula. Versione sostanzialmente confermata da Palazzo Chigi, che ha chiarito di essere «pronto a sottoscrivere l’intesa non appena verranno fornite le risposte necessarie agli agricoltori, che dipendono dalle decisioni della Commissione europea e possono essere definite in tempi brevi». Proprio oggi a protestare in piazza a Bruxelles contro l’intesa erano ancora una volta gli agricoltori europei, compresi quelli di Coldiretti, con tanto di trattori. Ad essere irritata dal rinvio è soprattutto la Germania, che secondo Politico chiede ora venga stabilita una nuova data certa per la firma all’inizio del 2026.

Zelensky chiede gli asset russi: «Mosca comprenda di essere colpevole»

Nel vertice di giovedì i leader Ue hanno già approvato le conclusioni preparate dagli sherpa su temi delicati ma su cui non si attendevano grandi divisioni: il prossimo quadro finanziario pluriennale, la difesa, l’immigrazione, l’allargamento, il Medio Oriente. Resta invece apertissimo il dibattito sulla questione dell’utilizzo degli asset russi congelati in Europa dopo le sanzioni, su cui ancora non c’è intesa. I negoziati potrebbero prolungarsi a venerdì, se non oltre, data la spinta dei vertice Ue per uscire dal summit con un’intesa chiara in grado di assicurare nuovi fondi all’Ucraina per il prossimo biennio. «Dobbiamo risolvere la questione oggi o nei prossimi giorni, altrimenti rimarremmo senza soldi», ha detto lo stesso Volodymyr Zelensky, oggi a Bruxelles, agli alleati europei. Il leader di Kiev ha ribadito di preferire ricevere i soldi tramite prestiti di riparazione: «Così la Russia comprende che è colpevole». Poco conta se alcuni Paesi, su tutti il Belgio ma anche l’Italia, abbiano manifestato rimostranze a riguardo: «Ne abbiamo diritto perché la Russia ci distrugge, ci colpisce ogni giorno, e la proposta è giusta anche dal punto di vista legale. Capisco i timori di un’iniziativa giudiziaria della Russia ma non è così spaventoso come avere la Russia ai tuoi confini». Zelensky ha poi lanciato un appello agli europei, affinché non accettassero di venire esclusi dalle garanzie di sicurezza: «Non deve accadere, la presenza di truppe in Ucraina diminuirebbe di molto il rischio di una nuova invasione russa». 

Il nodo degli asset russi 

L’obiettivo del Consiglio europeo, aveva spinto stamattina il suo presidente Antonio Costa, è «decidere la forma del sostegno finanziario dell’Ue all’Ucraina nel 2026 e nel 2027. Questa decisione è cruciale per aumentare la pressione sulla Russia e per assicurare che l’Ucraina sia nelle migliori condizioni per negoziare un accordo di pace». Velenosa la replica di Viktor Orban. «Garanzie per cosa? L’idea è completamente stupida: ci sono due Paesi in guerra, non è l’Ue, sono la Russia e l’Ucraina. E qualcuno, l’Unione europea, vuole sottrarre i soldi di una delle parti in guerra e darli poi a un’altra: è una marcia dentro la guerra. Quindi il primo ministro belga ha ragione: non lo dovremmo fare», aveva detto il premier ungherese al suo arrivo al vertice dei leader Ue. Orban ieri aveva detto che di fatto la proposta è stata «uccisa» perché «non c’è un livello sufficiente di sostegno dietro».

Tusk: «Soldi oggi o sangue domani, leader Ue facciano una scelta»

«Ora abbiamo una scelta semplice. O soldi oggi o sangue domani. E non sto parlando solo dell’Ucraina. Sto parlando dell’Ue. E questa è una decisione che spetta solo a noi. Penso che tutti i leader europei debbano finalmente cogliere questa occasione». Lo ha dichiarato il premier polacco Donald Tusk al suo arrivo al vertice dei leader Ue.

Putin contesta la decisione sugli asset, ma solo nei tribunali russi

Mentre i leader europei discutono a Bruxelles, la Banca di Russia ha pubblicato una nota in cui annuncia che chiederà alle banche europee un risarcimento danni per la decisione di congelare a tempo indeterminato i suoi asset sequestrati in Europa. Una risposta timida, almeno per ora, dal momento che la battaglia legale si sta svolgendo presso il Tribunale arbitrale di Mosca, che con ogni probabilità darà ragione alla Banca di Russia ma non ha alcun effetto vincolante per gli istituti di credito europei.

Foto di copertina: Giorgia Meloni con Luiz Inacio Lula da Silva in un bilaterale a Palazzo Chigi – Roma 21 giugno 2023 (ANSA/ UFFICIO STAMPA PALAZZO CHIGI/ FILIPPO ATTILI)

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