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Questo studio non dimostra che le trasfusioni da persone vaccinate possono essere pericolose

28 Dicembre 2025 - 22:32 Juanne Pili
Il sangue dei donatori vaccinati è sicuro, non esistono studi seri che dimostrano il contrario

Circola l’immagine di articolo di Silvana De Mari (per esempio qui e qui), autrice piuttosto seguita negli ambienti No vax, dal titolo «Occhio al sangue dei donatori vaccinati». Secondo la narrazione, uno studio dimostrerebbe che le trasfusioni da persone vaccinate contro la Covid-19 sarebbero pericolose. «Ecco perché è legalmente possibile dichiarare che, in caso di necessità, si preferisce ricevere aiuto soltanto da chi non si è iniettato il siero anti Covid», continua l’articolo, pubblicato il 7 ottobre 2024 su La Verità.

Per chi ha fretta:

  • La narrazione si basa su un preprint, che resta in attesa di essere accettato da una rivista scientifica dal 2024.
  • Da un’analisi delle fonti su cui si basa il lavoro, emerge la scarsa rilevanza dei risultati.

Analisi

Le condivisioni sul sangue dei donatori vaccinati riportano uno screen della pagina de La Verità in cui compare l’articolo di De Mari, con il seguente titolo e sommario:

Occhio al sangue dei donatori vaccinati

Uno studio ha messo in luce che le trasfusioni da persone inoculate possono essere pericolose. Ecco perché è legalmente possibile dichiarare che, in caso di necessità, si preferisce ricevere aiuto soltanto da chi non si è iniettato il siero anti Covid

Il sangue dei donatori vaccinati contro la Covid è pericoloso?

Lo studio in oggetto, come riporta la stessa autrice, è un articolo non sottoposto a peer review, ovvero, non è stato ancora revisionato. In merito a quel che avrebbero trovato i ricercatori sul sangue dei donatori vaccinati, riportiamo alcune parti dell’abstract e le conclusioni:

«Questo documento mira ad attirare l’attenzione dei professionisti medici sui vari rischi associati alle trasfusioni che utilizzano prodotti sanguigni derivati da pazienti con long COVID o da riceventi di vaccini genetici e a fare proposte riguardanti articoli di ispezione specifici, metodi di test, regolamenti, ecc. Questo documento fornisce approfondimenti per affrontare la sindrome post-vaccinazione e le sue conseguenze a seguito di tali programmi di vaccinazione genetica».

«Infine, l’uso di vaccini genetici, come gli mRNA pseudouridinati e le piattaforme mRNA-LNP, dovrebbe essere rivisto criticamente per evitare ulteriori rischi simili a quelli descritti in questo documento. L’impatto di questi vaccini genetici sui prodotti del sangue e il danno effettivo da essi causato sono attualmente sconosciuti. Inoltre, le questioni discusse in questo documento riguardano tutti i trapianti di organi, compresi i trapianti di midollo osseo, e non solo i prodotti sanguigni. Pertanto, al fine di evitare questi rischi e prevenire un’ulteriore espansione del potenziale di contaminazione del sangue e della complicazione della situazione, suggeriamo che la campagna di vaccinazione che utilizza vaccini genetici dovrebbe procedere con cautela e che venga effettuata una valutazione danno-beneficio […]. Le lesioni alla salute causate dalla vaccinazione con vaccini genetici non possono essere ignorate; pertanto, i paesi e le organizzazioni competenti dovrebbero adottare misure concrete insieme per identificare i rischi e per controllarli e risolverli».

Non è chiaro cosa dovrebbe essere la «sindrome post-vaccinazione» di cui parlano gli autori, che citano in merito quattro fonti: La prima è un report risalente alle prime campagne vaccinali in merito alle segnalazioni di eventi avversi rari come le miocarditi, basati sui sistemi di segnalazione come il VAERS, che non verificano un rapporto causale, né gli autori suggeriscono che per questo sussista un pericolo.

La seconda è co-firmata dagli stessi autori del preprint in oggetto. Non è un documento peer reviewed. Si riporta quanto emerso nei report clinici presentati in varie conferenze tenutesi in Giappone. La terza è co-firmata da personaggi noti per avere dei “potenziali bias critici” nei confronti dei vaccini. Riconosciamo tra essi Paolo Bellavite (noto anche per le sue posizioni “controverse” sull’omeopatia) e Peter McCullough. Quest’ultimo ha promosso una linea di integratori da lui promossi in diverse occasioni, che dovrebbero trattare tanto il long Covid quanto una fantomatica intossicazione delle proteine Spike, indotte dai vaccini contro il nuovo Coronavirus. Di questa ricetta si occupò la collega Flora Teoh in un articolo per Health Feedback nel marzo 2023.

La quarta è una review di report riguardanti presunte correlazioni tra vaccinazione e malattie autoimmuni rare come la sindrome di Guillain-Barré. Gli autori si guardano bene dal concludere che i vaccini Covid siano pericolosi, anzi, precisano fin dall’abstract che «non miriamo a smentire i travolgenti benefici della vaccinazione di massa contro il COVID-19 nel prevenire la morbilità e la mortalità del COVID-19. Questi reportpotrebbero aiutare a guidare la valutazione clinica e la gestione delle manifestazioni autoimmuni dopo la vaccinazione COVID-19».

Tra le reference, oltre agli autori già citati, troviamo altri personaggi noti per aver diffuso informazioni false sui vaccini o altri argomenti pseudoscientifici nei quali già imbattuti in precedenti analisi: Stephanie Seneff; Luc Montagnier e Jean-Claude Perez. Su Seneff vale la pena di leggere un’ulteriore analisi della collega Catalina Jaramillo per FactCheck. Degna di nota anche Panagis Polykretis, che come ha notato il collega Michelangelo Coltelli per BUTAC, ha collaborato con Seneff, Bellavite e McCullough. Con quest’ultimo aveva cercato di associare i vaccini Covid alle morti improvvise tra gli atleti. Per approfondire suggeriamo l’analisi del collega Angelo Fichera per Associated Press.

Cominciamo a intuire come mai lo “studio” in oggetto risulta ancora preprint. Si tratta potenzialmente di un lavoro di cherry picking, ovvero dove si selezionano fonti che appagano i preconcetti degli autori. Per il resto, come confermato anche dalla Croce Rossa, il sangue dei vaccinati Covid è sicuro, non esistono prove tali da considerarlo diversamente. Del resto con buona parte della popolazione vaccinata, ne avremmo già visto le gravi conseguenze.

Conclusioni

Lo studio sui donatori vaccinati citato da De Mari è un preprint che resta tale dal 2024, probabilmente perché si avvale in buona parte di fonti su cui sussiste un legittimo dubbio sul rigore con cui sono stati condotti. Al momento non esistono studi clinici veri e propri che dimostrino una pericolosità del sangue donato da chi si è sottoposto ai vaccini Covid.

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