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Antonio Tajani, la strategia da ciclista e l’idea dei civici prima a Torino e poi a Milano per agganciare Calenda. Le mosse del leader

30 Dicembre 2025 - 15:20 Sara Menafra
forza italia manovra bilancio emendamenti antonio tajani
forza italia manovra bilancio emendamenti antonio tajani
Il vicepremier punta sulle prossime amministrative (e sull'election day 2027) per rafforzare anche il ruolo di Forza Italia. Ecco come

Il ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani, è alla buvette della Camera in attesa della seduta “fiume” sulla Legge di bilancio, programmata per la notte del 29 dicembre. È appena finito il consiglio dei ministri in cui ha incassato una vittoria su tutta la linea, in relazione al decreto Ucraina – il leader di Forza Italia più di tutti non voleva cambiare direzione all’invio di aiuti militari, oltre che civili a Kiyev – e forse proprio per questo si lascia andare a qualche chiacchiera in più con alcuni cronisti, in cui spiega la sua strategia per il prossimo periodo.

Se si è parlato della sua come di una leadership in pericolo, in particolare per l’ascesa dell’abile Roberto Occhiuto o per le richieste che arrivano dalla famiglia Berlusconi, lui si mostra sereno. E spiega, tra una battuta e l’altra, di aver da tempo ispirato la sua politica al campione di ciclismo che gli piaceva da bambino: quel Franco Belmamion che tra il 1962 e il 1963 vinse per due anni di seguito il giro d’Italia senza mai aver conquistato nemmeno una tappa. «Ecco, l’importante è vincere il giro non le tappe», ci dice.

Le comunali e il voto del 2027

Vale per i dossier internazionali (ieri c’era ancora un po’ di ottimismo sull’Ucraina) ma vale anche per le strategie nazionali. Ed un elemento interessante per la strategia con cui Tajani sta orientando Forza Italia è, ad esempio, il dialogo in stato avanzato – «rapporti ottimi», spiega il leader – con Azione di Carlo Calenda.

L’ex ministro in quota Pd ha rotto con il centrosinistra e ha sempre sostenuto che con il centrodestra non andrà mai, finché c’è la Lega. Ma, posto che non è chiaro se la legge elettorale per le politiche nel 2027 sarà la stessa di oggi, Antonio Tajani è convinto che un accordo si possa intanto fare su due città importanti: Torino, nella primavera 2026, e Milano, probabilmente in election day con le politiche. «Se ci fossero due candidati civici si potrebbe ripetere quello che abbiamo fatto in Basilicata», dove il generale in pensione Vito Bardi alla scorsa tornata elettorale ha incassato l’appoggio di Azione, fino a quel momento all’opposizione.

Torino e Milano, la situazione

L’idea di Tajani sarebbe utile sia ad agganciare sia Azione sia a rendersi attraenti per il voto moderato, a tutto vantaggio di Forza Italia. E non è detto che non riesca. A Torino, il dibattito su quale possa essere il candidato che sfiderà Stefano Lo Russo nella prossima primavera, a destra, è ben avviato ed è possibile che prevalga un profilo moderato, anche se non è chiaro quanto civico.

Maurizio Marrone, assessore regionale di FdI non convince tutta la coalizione e forse neppure tutto il partito, il ministro Paolo Zangrillo, da tempo al vertice del partito in Piemonte, conduce la trattativa per il partito (e secondo alcuni potrebbe essere lui stesso un nome possibile) e ha fatto nel corso del tempo vari nomi, tutti di area, alcuni dei quali non dispiacciono alla Lega.

Il caso Milano è un po’ diverso, qui sia FdI sia il Carroccio puntano ad incassare un nome loro, la battaglia per il profilo “moderato” è in salita, anche se non è detto che profili più identitari a destra riescano a convincere la città guidata per dieci anni da Beppe Sala. Si era persino parlato di Gianfranco Giorgetti candidato a sindaco di Milano, se la Lega dovrà davvero rinunciare alla guida della Regione Lombardia, come stabilito al momento di candidare Alberto Stefani in Veneto. Ma la strategia Belmanion è chiara, ripete Tajani: pedalare in silenzio, fino all’obiettivo.

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