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Queste proteste in Lituania non sono contro l’Ue o contro una guerra con la Russia

31 Dicembre 2025 - 12:00 David Puente
Le manifestazioni erano indirizzate esclusivamente contro il rischio di politicizzazione del servizio pubblico radiotelevisivo lituano

Tra il 16 e il 18 dicembre, davanti al Parlamento lituano, si sono svolti diversi raduni con lo slogan “Šalin rankas nuo laisvo žodžio”, cioè “Giù le mani dalla libertà di parola”. In Italia, però, video e immagini di quelle manifestazioni sono stati accompagnati da descrizioni fuorvianti, sostenendo che i manifestanti si sarebbero ribellati contro l’Unione europea, contro il presunto controllo di Bruxelles sulla Lituania o contro un ipotetico coinvolgimento in una guerra con la Russia.

Per chi ha fretta

  • Le manifestazioni in Lituania non erano contro l’UE né contro una guerra con la Russia.
  • Le proteste riguardavano il rischio di politicizzazione della governance della tv pubblica LRT.

Analisi

Sui social italiani circolano video girati a Vilnius accompagnati da frasi come “Proteste in Lituania contro la stampa di regime” o “La gente non vuole entrare in guerra con la Russia”.

In alcuni casi si parla apertamente di migliaia di lituani scesi in piazza contro l’Unione europea, accusata di controllare il Paese tramite leader locali.

La diffusione dei video

Secondo l’inchiesta dei colleghi lituani di 15Min, la narrazione ha preso piede a partire da un post pubblicato a dicembre dalla pagina Facebook “L’AntiDiplomatico”, già noto per la diffusione di notizie false legate al conflitto in Ucraina (ad esempio qui e qui). A denunciare la presenza e provenienza dei video è stata la pagina “Lithuanian Stories“, gestita dalla fotografa e giornalista italiana Marina Macrì.

La vera storia delle proteste

Le proteste “Šalin rankas nuo laisvo žodžio” erano rivolte contro un progetto di riforma che avrebbe modificato le regole di governance del servizio pubblico LRT. Le modifiche avrebbero consentito la rimozione del direttore generale con un voto segreto di sette membri su dodici del consiglio, sulla base di criteri contestati come vaghi o non sufficientemente trasparenti.

Il progetto, inizialmente previsto prima delle festività, si è poi bloccato in commissione parlamentare e il voto straordinario è stato annullato. L’attuale normativa prevede invece un voto palese e una maggioranza più ampia, oltre alla necessità di motivazioni legate all’interesse pubblico.

Le organizzazioni giornalistiche e la stessa LRT hanno espresso preoccupazione per l’impatto di queste proposte sull’indipendenza del servizio pubblico e sulla libertà dei media. Per questi motivi, decine di migliaia di persone sono scese in piazza a dicembre, non per contestare l’Unione europea e senza riferimenti a un coinvolgimento militare contro la Russia.

Conclusioni

Non è vero che i partecipanti ai protesti “Šalin rankas nuo laisvo žodžio” si siano mobilitati contro l’Unione europea o contro una guerra con la Russia. Le manifestazioni erano indirizzate esclusivamente contro il rischio di politicizzazione del servizio pubblico radiotelevisivo lituano.

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