Assemblea Pd, Letta: «Faccio fatica a scegliere chi votare come segretario». Schlein bacchetta Meloni – Il video

L’ultimo discorso di Letta come segretario dem all’assemblea nazionale costituente che si è svolta a Roma

Si è conclusa l’assemblea nazionale del Partito democratico in cui Enrico Letta ha fatto il suo ultimo intervento da segretario. Nell’incontro, tenutosi all’Auditorium Antonianum di Roma, il deputato dem ha esortato iscritti e militanti a mettere da parte le divisioni e affrontare le nuove sfide. «Non abbiamo bisogno di un nuovo segretario, ma di un nuovo partito. Abbiamo bisogno di una base politica sui cui possiamo tutti ritrovarci», ha detto il segretario uscente, elogiando il Manifesto dei valori del nuovo Pd che è stato poi approvato. Letta ha parlato di «una richiesta di nettezza delle nostre posizioni, una richiesta che viene dai nostri militanti che ci chiedono anche di lasciare da parte le divisioni». Una richiesta «che il testo riflette». Italia 2030 – questo è il nome del manifesto – «non rappresenta solo chi siamo oggi, ma rappresenta anche chi vogliamo diventare in futuro». Insomma, «chi vota questo manifesto vota a favore della base politica del nuovo Pd» ribadisce Letta. Il segretario dem descrive il Manifesto come «profondamente moderno, perché ha avuto la fortuna di venire dopo il lavoro sul programma fatto in estate. Un programma che ha unito questa comunità e che ha sciolto molti nodi che rimaneva aggrovigliati». Letta, però, ribadisce che il Manifesto non abroga quello scritto nel 2007 per la fondazione del Pd. Nel suo intervento, ha anche ammesso di tenere per sé amarezze e ingenerosità che ha dovuto affrontate nel corso della sua leadesrhip di partito, siamo una comunità viva. Sulle primarie di partito che sceglieranno il nuovo segretario dem, ha poi aggiunto:« Sono tutti convincenti, faccio fatica a scegliere chi votare fra voi quattro. Ricordate sempre David Sassoli, diamo attenzione e ascolto a tutti, col sorriso sulle labbra».


L’intervento di Elly Schlein

La candidata alla segreteria Elly Schlein ha dedicato parte del suo discorso in Assemblea alla premier Giorgia Meloni. «Quando dicevo che è differente una leadership femminile da una leadership femminista dico che non ce ne facciamo niente di una premier donna che noi aiuta le altre donne a migliorare le loro condizioni di vita», ha detto la deputata, che ha poi elogiato la scelta di Letta di mettere in discussione la sua leadership e provare a dare nuova linfa al partito dopo la sconfitta alle ultime elezioni, serve un nuovo metodo di selezione della classe dirigente, «cambiamo questa legge elettorale ma finché non ce la facciamo selezioniamo i candidati con le primarie». La vice presidente della Regione emilia-Romagna è anche intervenuta sul tema dei diritti: «È assurdo non aver approvato il Ddl Zan, ma non fermiamoci lì. Avevamo detto matrimonio egualitario ma anche i diritti delle famiglie omogenitoriali, i cui bambini sono già nelle scuole e stanno subendo molte discriminazioni».


I capisaldi del manifesto

Le 12 pagine del Manifesto espongono i punti cardine su cui si fonda il pensiero del nuovo Pd, spiega Letta. Il primo partito del Centrosinistra si oppone alla maggioranza e rifiuta «le scorciatoie a partire da quella dell’accentramento dei poteri e del presidenzialismo». Piuttosto, «è fondamentale rafforzare la democrazia parlamentare». Nel testo si legge anche di una «economia dinamica e un welfare inclusivo», di «giustizia sociale, inclusione e uguaglianza». Ci sono ampi passaggi che ribadiscono l’europeismo del nuovo Partito Democratico, senza tralasciare «l’interesse nazionale».

Si legge poi di disuguaglianze: «La destra fa parti uguali tra tutti. Ma non c’è niente di più ingiusto di fare parti uguali tra diseguali», ha dichiarato Letta nel suo discorso. Il testo, inoltre, parla apertamente di «emergenza climatica» contro la quale non ci si possono più permettere «ritardi o rallentamenti». «Crediamo che giustizia climatica e giustizia sociale possano e debbano essere realizzate simultaneamente» continua il testo.

Speranza: «La sanità è la prima cosa da sistemare»

il segretario di Articolo 1, Roberto Speranza, elogiato da Letta, ha fatto eco al segretario, e chiesto di superare il periodo delle correnti: «Di fronte a questa destra l’unità non è un’opzione, ma una scelta politicamente obbligatoria». Per questo, l’ex ministro alla Salute ha invocato «un partito nazionale popolare, capace di difendere gli interessi del Paese». Si è poi rivolto direttamente ai candidati alla segreteria per il post Letta, Stafano Bonaccini, Elly Schlein, Gianni Cuperlo, e Paola De Micheli: «La sanità deve essere il primo punto. Non è possibile immaginare che il diritto alla salute dipenda da quanti soldi hai o da dove sei nato», ha aggiunto.

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