Dalle molestie al #MeToo: la rivincita delle donne passa da Twitter?

Twitter è un’arma a doppio taglio. Luogo tossico per le donne, è diventato anche lo spazio ideale dove far circolare idee e aprire dibattiti sulla discriminazione di genere

Alla fine del 2018 Amnesty International aveva denunciato Twitter per essere uno spazio tossico per le donne, colmo di misoginia, razzismo e attacchi sessisti. Tante le donne che hanno denunciato casi di minacce e molestie. La Ong aveva riunito oltre 6.500 volontari di 150 Paesi per analizzare 288.000 tweet inviati nel 2017 a 778 donne e uomini. La ricerca ha evidenziato come dei 14,5 milioni di messaggi raccolti, il 7.1% era minaccioso, violento, aggressivo e degradante verso le donne. Uno ogni trenta secondi, ha precisato Amnesty.


Uno tra i casi più emblematici della tossicità di Twitter è stato registrato in Francia con Ligue du LOL, un gruppo privato di Facebook composto da giornalisti, caporedattori e direttori di giornali, accusati di avere organizzato campagne diffamatorie. La vicenda ha evidenziato la natura sistematica del cyberstalking ai danni delle donne, fatta di azioni di bullismo e molestie, che avrebbe preso di mira scrittrici, attiviste e giornaliste.


Tuttavia, nonostante la denuncia di Amnesty, Twitter – così come altri social network – è diventato uno strumento di denuncia attraverso cui far sentire la propria voce. Secondo lo studio pubblicato dall’European Journal of Women’s Studies, molte delle donne che hanno utilizzato hashtag per aumentare la consapevolezza sulle molestie via web ritengono che Twitter e le piattaforme online siano spazi sicuri e facili dove impegnarsi nell’attivismo femminile rispetto ai luoghi offline come la strada. Una cassa di risonanza per diffondere concetti femministi.

Emblematico il caso del #metoo che ha ricevuto una siginificativa attenzione mediatica. Un processo di democratizzazione chepermettedi condividere articoli, concetti e riconoscersi in essi. Dal «mansplaining» al «manspreading» alla cultura dello stupro, sono tutti termini che proprio Twitter ha contribuito a diffondere. Donne, giovani e meno giovani, si sono trasformate in attiviste seguendo l’esempio di altre. «Non conoscevo un femminismo che si occupasse di questioni specifiche in linea con la mia esperienza che affrontassero le correlazioni tra razza, classe e genere», ha dichiarato la blogger Laura Nsafou a Le Monde.

Grazie a una logica di flussi di parole e condivisioni e grazie al gioco delle parole chiave, Twitter rende possibile far emergere e rendere visibile una problematica. Un’arma tuttavia a doppio taglio che rende le donne più esposte al cyberstalking. L’aumento della condivisione di idee considerate femministe ha esposto le donne a più attacchi. Ma per molte ne vale la pena.

Twitter ha fornito uno spazio importante per una grande varietà di donne e ragazze, di età, cultura, religione, e abilità diverse per partecipare al dibattito pubblico su casi di molestie, sessismo e stupri, generando, come nel caso del Metoo, un effetto domino che ha permesso di portare davanti all’attenzione dell’opinione pubblica casi prima nascosti e lasciati in sordina.

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