Tajani, i gruppi del Parlamento europeo a maggioranza per il “candidato di punta”

Il Presidente del Parlamento Europeo conferma che la maggioranza dei gruppi opterà per il metodo del “candidato di punta” per eleggere la prossima guida della Commissione. Ma i liberali del candidato Guy Verhofstadt si oppongono

La maggioranza dei gruppi politici del Parlamento europeo è a favore del processo dello Spitzenkandidat, cioè il metodo secondo cui diviene presidente della Commissione UE il candidato del gruppo che ha conquistato più seggi.


Lo ha annunciato il presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani, dopo la riunione della Conferenza dei presidenti che ha approvato una dichiarazione, a maggioranza, che riconferma la centralità del metodo del “candidato di punta”.


«È la posizione per il Consiglio europeo di stasera», ha aggiunto Tajani, dove «illustrerò la posizione della maggioranza del Parlamento Ue. La maggioranza dei gruppi – ha ribadito – è a favore della posizione dello Spitzenkandidat».

La posizione di Weber

Il Ppe «resta la prima forza politica» europea, ma «è pronto a discutere con le altre forze per trovare un compromesso» sulle future nomine dei vertici dell’Unione. Lo dice Manfred Weber, candidato dei popolari alla guida della Commissione, arrivando al prevertice del Ppe a Bruxelles.

«Il Ppe è ancora la più grande famiglia politica nella Ue, – ha detto Weber – non festeggiamo una vittoria perché abbiamo perso seggi, ma siamo ancora, in termini di seggi, più forti degli altri gruppi. Questo significa che molta gente ha votato per noi. Il Ppe è il primo partito uscito da queste elezioni – ha aggiunto – ma siamo pronti a discutere, dobbiamo sederci tutti insieme e dobbiamo trovare un compromesso con chi crede nella Ue e vuole una Unione più forte e ambiziosa, per definire il mandato dei prossimi cinque anni» .

Alde Contraria

«Il Ppe sta spingendo molto per il sistema Spitzenkandidaten, ma sfortunatamente ha ucciso la legittimità di questo metodo quando ha votato contro le liste transnazionali. Un candidato che non puoi votare in tutta Europa non è semplicemente serio». Lo dice il leader dell’Alde, Guy Verhofstadt, il candidato dei liberali alla guida dell’esecutivo dell’Unione europea. «Per noi è importante che il prossimo presidente della Commissione rappresenti un’ampia maggioranza a livello europeo con un programma chiaro per rinnovare l’Europa», ha chiarito Verhofstadt.

Con l’exploit ottenuto con il voto del 26 maggio, i liberali hanno rotto il bipartitismo del parlamento europeo, dominato a lungo dall’alleanza tra i popolari e il gruppo dei socialisti e democratici. Alde reclama ora la guida della Commissione europea, l’organo esecutivo di Bruxelles. Nei giorni scorsi la danese Margrethe Vestager, candidata dei liberali, ha fatto intendere di volere la Commissione: «Il monopolio del potere si è rotto», ha detto domenica sera. «Non c’è più la maggioranza dei due partiti (Ppe e socialdemocratici, ndr), c’è un nuovo Parlamento. La vittoria di un nuovo gruppo liberale, la vittoria della Republique en Marche e del partito rumeno USR-Plus. È straordinario».

Come funziona lo Spitzenkandidat

Dal tedesco “candidato di punta”, il sistema per l’elezione del Presidente della Commissione europea, adottato per la prima volta nel 2014, prevede che la guida dell’esecutivo dell’Ue venga affidata al candidato principale del partito politico europeo che ha ottenuto il maggior numero di seggi al Parlamento Ue. Nel 2014 fu Jean Claude Juncker a emergere come Spitzenkandidat del Partito Popolare Europeo, che cinque anni fa ottenne la maggioranza dei voti.

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