L’ex carcerato diventato influencer raccontando la vita in prigione

Si chiama Joe Guerrero e dopo aver scontato una condanna di 7 anni per reati non violenti ha aperto un canale YouTube, After Prison Show, che ha 1,2 milioni di iscritti

«Questa è una storia di speranza. Di determinazione. Di ispirazione. Ma anche di divertimento». Sono parole di Joe Guerrero, 36 anni, il più improbabile influencer del web. È un ex carcerato, come racconta l’agenzia Agi: sette anni di galera, si è fatto, prima di aprire, nel 2015, un canale YouTube. Lo ha chiamato After Prison Show, lo spettacolo dopo la galera, e l’idea era di raccontare com’è la vita una volta che torni in libertà, i tentativi di reinserirti nella società, trovare un lavoro. Una specie di Orange is the new black, la serie tv di Netflix. Ma vera.


Oggi il canale ha 1,2 milioni di iscritti, molti dei quali sono abbonati che pagano 4,99 dollari al mese per avere l’anteprima dei video che Joe Guerrero pubblica con regolarità quotidiana o quasi. Molti sono ironici, come quello che mostra il confronto fra quello che puoi mangiare in carcere spendendo un dollari o con dieci dollari (oltre due milioni di visualizzazioni in un anno). Ma il record di traffico lo ha fatto il video che ti insegna a parlare come un galeotto, lo slang del carcere, che è arrivato a tre milioni; battuto soltanto da quello in cui Joe racconta come il saper fare i tatuaggi gli abbia salvato la vita dietro le sbarre (oltre quattro milioni).


Negli ultimi giorni Guerrero si è dedicato a raccontare come giocare a poker, o come cucinarsi del cibo cinese, o fare i soldi in carcere. Ma ci sono anche storie molto meno allegre, come la serie che Guerrero ha dedicato ad un galeotto che è uscito dopo 40 anni di carcere per reati molto gravi. Il più importante però è il video pubblicato il 24 gennaio 2017 in cui Guerrero racconta perché è finito in carcere: in breve, perché lo hanno beccato con un po’ di cocaina e una pistola che non aveva mai usato.

Banalità, ma lui racconta quel giorno come fosse un film. Allora, stava guidando un’auto che non poteva guidare perché non aveva la patente, era della sua fidanzata, e la polizia lo ha inseguito perché stava parlando al telefonino con un tale che gli doveva sessanta dollari, “ci pensate? Ho fatto 7 anni di galera per 60 dollari?”, e da lì sono partiti una serie di rocamboleschi inseguimenti che manco in una una scena dei Blues Brothers.

Ma questo non era un film, Joe Guerrero si è fatto sette anni di carcere davvero, e oggi quel canale YouTube è il suo lavoro, pare guadagni più di 100 mila dollari l’anno: lo usa anche per vendere t-shirt griffate di After Prison e i disegni dei galeotti, come quelli di un certo Doug, che sta scontando 1800 anni di galera, avete capito bene, 1800, io non so cosa devi aver fatto per meritare 1800 anni di carcere e certo Doug non deve essere una bella persona. Ma il vero merito di After Prison e degli altri canali dedicati alla vita in carcere, è di restituire una umanità a questo mondo, di rendere più facile ricominciare daccapo. Perché anche a questo dovrebbero servire le pene.

*Riccardo Luna è direttore di Agi

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