A Piombino “la rossa” trionfa la destra. Perché è caduta l’ennesima roccaforte della sinistra?

La crisi dell’acciaieria, l’ambiente e la scelta di allearsi a tre liste civiche. Così Ferrari e Fratelli d’Italia hanno conquistato la città operaia toscana, assorbendo anche i fuoriusciti di Sel

Piombino mette in soffitta le bandiere del Pci, appende la falce al chiodo e, dopo 70 anni di governo di sinistra, si risveglia con un sindaco e una giunta di centrodestra. Piombino “la rossa” ha perso il suo colore: Francesco Ferrari, di Fratelli d’Italia, è il nuovo sindaco con il 64% dei voti. Non è bastata la visita di Zingaretti, di Calenda e le posizioni pubbliche di Cgil, Anpi e Arci ad arginare il consenso dei piombinesi per il centro-destra.


Non era mai successo nella storia dell’Italia repubblicana. Il comune di 34 mila abitanti, in provincia di Livorno, vive da sempre un legame viscerale con l’acciaieria, e quindi con la classe operaia. Ma da quando migliaia di famiglie hanno perso la propria fonte di reddito a causa dei fallimenti e delle varie acquisizioni dell’industria siderurgica, il tessuto sociale della città si è sfaldato.


A Piombino non si produce più acciaio: i forni sono spenti e lungo i 9 chilometri di costa dove si sviluppa lo stabilimento siderurgico, oggi, l’attività prevalente è rimasta la lavorazione dell’acciaio. «La produzione è ferma – dice a Open il sindaco Ferrari – fino a 10-15 anni fa lavoravano circa 8 mila persone, più l’indotto. Adesso per la maggior parte sono cassaintegrati e l’indotto è bloccato». L’acciaieria di 12.000.000 metri quadrati adesso è di proprietà dell’indiana Jindal.

Per Ferrari, quella ottenuta a Piombino è «una vittoria storica: qui i residenti non avevano mai conosciuto nemmeno il ballottaggio. Una città operaia in cui la sinistra ha sempre ottenuto maggioranze bulgare». Il neo sindaco ha studiato la vittoria a tavolino puntando sul «trasversalismo civico».

«La strategia vincente del centrodestra a Piombino – spiega – è stata quella di unirci a tre liste civiche che riuniscono attorno a i loro programmi i bisogni più sentiti dai cittadini. Questo ha permesso che una città fondamentalmente di sinistra, con un legame viscerale con quel mondo, votasse una coalizione diversa da quella naturale». Le liste civiche nella coalizione di centrodestra, a Piombino, hanno preso più voti dei partiti politici.

Da Sel ad alleata della Lega

Carla Bezzini ha 67 anni. Partecipa attivamente alla politica cittadina ormai da decenni. Ma la particolarità è che, prima di entrare nella coalizione di centrodestra di Piombino, Bezzini è stata un’esponente di Sel per quasi 10 anni. «Sono stata una vendoliana della prima ora – racconta a Open – ma la politica del Partito democratico è stata così disastrosa che ho sentito il bisogno di interrompere il governo di centrosinistra a Piombino, al potere da 70 anni».

Carla Bezzini, 67 anni, ex esponente della sinistra locale adesso nella coalizione di centrodestra

«La mia esperienza in Sel si è conclusa con il tentativo (fallito) di far confluire il partito in un nuovo movimento di centrosinistra – dice Bezzini -. Ho iniziato così la mia vera esperienza territoriale nella lista civica. L’ultima legislatura ero all’opposizione, ma mi sentivo testimone dei bisogni dei cittadini senza poter agire». Si è sentita vicina al progetto del nuovo sindaco Ferrari accettando persino di far parte di una coalizione di centrodestra.

«Sì, sono alleata della Lega. E la Lega ha un’alleata che incarna i valori della sinistra. Lo facciamo per l’interesse del territorio. Il Pd non rappresenta locale non ci rappresentava più», e usa il pronome plurale per riferirsi anche ad altri membri della sinistra piombinese che, con le liste civiche, hanno scelto di appoggiare questa coalizione.

«Era prioritario interrompere il malgoverno del Pd che faceva danni al territorio. Gli amministratori locali della Lega condividono con noi alcuni obiettivi di fondo – assicura Bezzini -. Ci sarà ovviamente da essere sempre attivi e vigili. Ma era necessario segnare una rottura con il governo non democratico del Pd».

«Il Pd ha tradito gli operai»

Bezzini racconta di un desiderio interiore di partecipare a un cambio di colore della “rossa Piombino”. «Negli ultimi 15 anni il Pd ha creato un sistema di potere interessato più all’autoriproduzione di se stesso che all’interesse collettivo – dice rammaricata -. Legislature che sono coincise con la chiusura dell’acciaieria Lucchini e con lo spegnimento dell’altoforno. Con esso si è spenta Piombino: la cassaintegrazione è partita dal 2014, siamo una città che vive di assistenzialismo per tamponare la disoccupazione», sostiene, lamentando una mancata diversificazione produttiva.

«Partiamo dal presupposto che io non rinnego i valori di sinistra. Il Pd ha abdicato a quei principi qui a Piombino». Bezzini accusa gli amministratori precedenti di aver impedito ai cittadini di partecipare alle politiche comunali negando due referendum locali.

«L’opposizione vincente a se stessi l’hanno creata i Dem, negando la partecipazione, raddoppiando i volumi della discarica comunale e privatizzandola». Una politica che, secondo la consigliera comunale, «è stata così disastrosa che io, un ex Sel, ho sentito il bisogno di fare la mia parte perché Piombino avesse un’alternanza di centrodestra».

Se Rifondazione comunista e Lega si danno la mano

Quindi la sinistra piombinese ha fallito? «Non amo l’espressione “la sinistra”. I consensi al Pd per le Europee sono stati superiori rispetto alle amministrative», sostiene Bezzini, sottolineando sì le colpe del Partito democratico, ma a livello locale. E aggiunge: «A dimostrazione di una cattiva politica del Pd, sappiate che nella passata legislatura Rifondazione comunista, il sindaco attuale, la mia lista civica, il Movimento 5 Stelle… tutti ci siamo trovati a collaborare e a fare gruppo contro il Pd locale».

Bezzini ribadisce di essere animata da valori di sinistra, «ma a Piombino quelle battaglie adesso le fa il centrodestra. Il programma del nuovo sindaco Ferrari ruota intorno a quattro problemi della città: inquinamento ambientale, democrazia negata, diritti dei lavorati e sanità».

E quando le facciamo notare che sono i più classici dei punti programmatici della sinistra italiana risponde: «Appunto. Se esponenti della sinistra piombinese hanno dato il proprio contributo alla vittoria del centrodestra è proprio perché Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e il sindaco Ferrari hanno scelto di farsi carico di questi problemi. I problemi degli operai, dei cittadini piombinesi».

«Stiamo assistendo a una svolta epocale per Piombino». Ne è consapevole Bezzini, ed è fiera di aver aiutato il centrodestra a vincere per la prima volta nella storia nella città operaia toscana. «Il motivo per cui io e altri compagni di sinistra abbiamo scelto questo tipo di coalizione va aldilà delle rivendicazioni ideologiche che sentiamo da Matteo Salvini a livello nazionale. Gli amministratori locali della Lega hanno messo da parte la spinta xenofoba, qui ci sono altre urgenze che il Pd non ha voluto risolvere. I problemi di tipo razziale, di sicurezza sociale sono secondari a Piombino».

Poi conclude: «Ho profonda fiducia in Francesco Ferrari. Lui è riuscito a riunire intorno al suo progetto per Piombino una coalizione variegata, caratterizzata da una forte componente di civismo». E giura di non aver ricevuto nessuna promessa di ruoli o assessorati nella giunta in cambio del suo appoggio, da donna di sinistra, a una coalizione di centro-destra.

Chi è il nuovo sindaco

Francesco Ferrari, 42 anni, è un avvocato penalista. Lavora nello studio legale in via Giordano Bruno con la moglie e collega Sara Cheli. I suoi hobby preferiti? La caccia e il running. L’estrazione culturale è quella della destra: Ferrari è iscritto nel partito Fratelli d’Italia, ma non ha mai ricoperto alcun ruolo all’interno del partito e non ha mai avuto mire che andassero oltre l’amministrazione della sua Piombino.

Francesco Ferrari, 42 anni, nuovo sindaco di Piombino

Le ragioni della svolta a destra

Ferrari individua nelle «scelte improvvide della sinistra» uno dei motivi della «svolta storica». Tra i temi più caldi della campagna elettorale quello della discarica di 58 ettari nella località di Ischia di Crociano. «La RIMateria spa gestisce la discarica di rifiuti industriali della città, oggi privatizzata. È previsto il raddoppio dei volumi della discarica e io intendo bloccare quell’atto amministrativo».

Ma tra le politiche dei precedenti governi di sinistra che hanno diffuso il malcontento, il nuovo sindaco include «la mancata diversificazione della mono-economia di Piombino, legata solo all’acciaio. E della crisi del settore ne hanno risentito in primo luogo i cittadini, sui quali pesano i vari accordi di programma favorevoli più alle aziende che alle persone».

Le promesse del centro-destra

Per far rivivere Piombino «dobbiamo puntare sia sul rilancio dell’acciaio, sia sulla diversificazione dell’economia della città. L’acciaio è nella nostra natura, l’acciaio è nella nostra tradizione e Piombino non è pronta a rinunciarci – afferma Ferrari -. Dobbiamo fare in modo che Jindal si assuma gli impegni paventati all’inizio della trattativa, mostri il piano industriale e ci dia una linea chiara della sua visione».

Un anno e mezzo fa, durante la stipula di un accordo di programma si era parlato di costruire uno o più forni elettrici. Ma, a oggi, non si è fatto nulla: «Adesso si va avanti solo grazie alla lavorazione e non alla produzione dell’acciaio. Come amministrazione ci impegneremo per avere certezze dall’azienda, ma anche dal ministero dell’Ambiente. Pretenderemo che lo Stato avvii le bonifiche del territorio: Piombino è una città di rilevanza nazionale».

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