Ezio Bosso e la musica nelle scuole: «Facciamola ascoltare ai bambini dall’asilo»

«Farei iniziare lo studio alle elementari se non già all’asilo. Alle medie è tardi», dice l’artista

«Bisognerebbe portare i bambini ad ascoltare la musica. Lasciare che lo stupore si impossessi di loro. Questa, secondo me, è la vera magia. Non costringerli a cantare e a ballare solo per il piacere della zia di turno…». Parola di Ezio Bosso, compositore, pianista e direttore d’orchestra: in questi giorni ha vinto la sfida e portato la musica classica in televisione, con Che storia è la musica su Rai Tre. Nell’educazione alla musica, dice l’artista in un’intervista al Corriere di Bologna, il grande fraintendimento è quello di confondere «l’educazione alla musica con l’educazione allo strumento». Per Bosso sarebbe fondamentale «insegnare prima la musica. L’ascolto e la conoscenza di questa materia sono essenziali e indispensabili alla comprensione del resto».


L’insegnamento

«Andrò forse controcorrente, ma io sono a favore del flautino, perché è uno strumento che tutti possono permettersi», dice Bosso rispondendo alle polemiche, cicliche, sull’insegnamento del flauto nelle scuole (Ennio Morricone, per esempio, è da sempre un grande detrattore dello strumento). «Può diventare, proprio per questo motivo, una prima educazione al suono», dice invece Bosso. «L’unico problema è che se dovessi decidere io, farei iniziare lo studio alle elementari se non già all’asilo. Alle medie è tardi». Per Ezio Bosso è necessario «presentare gli strumenti a scuola. Far scoprire ai bambini con la descrizione di un musicista cos’è, per esempio, un controfagotto. Quasi nessuno sa come è fatto e come emette musica un controfagotto».


Non solo: «Renderei obbligatorio in tutte le scuole Pierino e il Lupo di Prokof’ev e una partitura di Britten poco nota e pochissimo eseguita, come Noye’s Fludde (L’Arca di Noè) op. 59, dove i più piccoli contano come gli adulti e dove suonano tutti insieme». Una musica “democratica”, quasi. E di certo coinvolgente. «La musica da noi non viene considerata un momento di vita, fondamentale per incuriosirci nei confronti del mondo, ma soltanto qualcosa di astratto e di non ben definito».

In copertina il Direttore e Maestro concertatore Ezio Bosso posa per i fotografi durante la presentazione del programma tv di Rai Tre “Che Storia è la Musica”, Roma, 4 giugno 2019. Ansa/Angelo Carconi

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