L’ex ministro Savona risponde all’Ue: «Pregiudizi sull’Italia: non temiamo debito al 200%»

«I sospetti sull’insolvenza del debito italiano sono infondati», ha dichiarato il presidente di Consob durante il primo discorso al mercato

È un invito alla calma sulla tenuta dei conti italiani quello dell’ex ministro Paolo Savona, mentre dal Lussemburgo dall’Ecofin arrivano le minacce ormai concrete di procedura d’infrazione contro l’Italia per eccesso di debito.


L’economista no-euro, oggi presidente della Consob ha definito: «Oggettivamente infondate» le preoccupazioni sull’insolvenza del debito pubblico italiano: «Se la fiducia nel Paese è solida e la base di risparmio sufficiente – ha detto Savona prendendo in esempio il caso del Giappone – livelli di indebitamento nell’ordine del 200% rispetto a Pil non contrastano con gli obiettivi economici e sociali perseguiti dalla politica».


Niente panico

«Se la fiducia nel Paese è solida e la base di risparmio sufficiente, livelli di indebitamento nell’ordine del 200% rispetto a Pil non contrastano con gli obiettivi economici e sociali perseguiti dalla politica», ha detto Savona riferendosi al caso del Giappone.

Per Savona: «Ciò non significa che non esista un limite all’indebitamento, ma, come insegna un elementare criterio di razionalità economica, per garantirne la sostenibilità il suo saggio di incremento deve restare mediamente al di sotto del saggio di crescita del Pil.

Il nome di Savona era stato per otto messi associato a diverse poltrone durante i colloqui per la formazione del nuovo governo, ma il suo nome aveva fatto molto discutere tanto da spaccare una maggioranza non ancora formata. «Ogni indicatore che comporta l’esistenza di un limite oggettivo alla crescita, come l’output gap, resta privo di validità storica e pratica, ancor prima che logica», ha continuato Savona.

Ma «se il criterio di razionalità indicato venisse accettato a livello europeo e fosse rispettato dalle autorità di governo, si restituirebbe a debiti sovrani, incluso quello italiano, la dignità di ricchezza protetta che a essi attribuiscono giustamente gli investitori. Il raggiungimento di questa condizioni allontanerebbe i sospetti sulla possibile insolvenza del nostro debito pubblico, oggettivamente infondati».

«Analisi efficaci»

Fino a poco tempo fa ministro degli Affari europei, ha parlato davanti a una platea di banchieri e imprenditori dove spiccava la presenza di un ospite come Ignazio Visco, governatore di Bankitalia, citato anche da Savona nel suo discorso per le «analisi efficaci» delle sue Considerazioni finali sui problemi del Paese.

Del Governo è arrivato il sottosegretario Giancarlo Giorgetti, silente, che al termine dell’incontro annuale ha definito il discorso «molto» tranquillizzante sulle condizioni di salute dell’economia italiana e dei suoi conti pubblici. Insieme a lui presente anche il presidente della Commissione bilancio alla Camera, Claudio Borghi.

Minibot

Il leghista, arrivando, si è limitato a rilanciare i MiniBot (“sono nel contratto di Governo”), osteggiati dallo stesso ministro delle Finanze Giovanni Tria. Minibot che non convincono ad esempio Massimo Doris, ad di Banca Mediolanum. «Se pensano di creare una moneta alternativa credo che qualche problemino con l’Europa ci sarebbe. Mi sembra che sia quello l’obiettivo e credo che non sia realizzabile», ha detto a margine dell’evento.

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