Csm, Lotti sotto il fuoco incrociato nel Pd. Zanda: «Meglio che lasci»

Se il segretario dei dem invoca il garantismo, gli animi del Pd iniziano a scaldarsi sullo scandalo delle presunte interferenze nelle nomine della magistratura

Il tesoriere del Partito democratico, Luigi Zanda, dalle colonne del Corriere della Sera, ha suggerito all’ex ministro dello Sport Luca Lotti di fare un passo indietro, dopo la diffusione delle intercettazioni durante l’incontro con Luca Palamara e altri che all’epoca erano membri del CSM. Le preoccupazioni di Zanda, più drastico del segretario dem Nicola Zingaretti, sono per lo più rivolte: «all’impatto costituzionale che questa vicenda può avere sul Csm», aggiungendo che «uomini delle istituzioni devono aver rispetto per l’autorità istituzionale». Zanda spiega che se fosse al posto di Lotti: «Mi porrei il problema se, in coscienza, sia il caso di lasciare il Pd finché non sarà tutto chiarito», pur lasciando a lui la libertà di scegliere sul da farsi. Il tesoriere poi precisa che all’interno del Pd nessuno fosse a conoscenza di queste presunte interferenze, perché: «non hanno ruolo o incarico per le questioni dello Stato e per quelle legate alla giustizia». I malumori nel Pd sul caso delle intercettazioni di Lotti non arrivano solo da Zanda. Anche Carlo Calenda, ex ministro dello Sviluppo Economico, ha definito la vicenda: «Imbarazzante dal punto di vista etico». Mentre l’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando aveva definito la vicenda «grave», esprimendo la speranza che i presunti deputati Pd coinvolti, Luca Lotti e Cosimo Maria Ferri, «Chiariscano la propria posizione».


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