Gli Stati Uniti sono alla ricerca della loro quarta vittoria, mentre l’Olanda campione d’Europa è alla sua prima finale mondiale. Si chiudono così, alle ore 17 di domenica 7 luglio, a Lione, i mondiali di calcio femminile di Francia 2019.
Un mondiale dai contorni particolari, soprattutto per l’Italia. Le azzurre con la loro straordinaria prova hanno conquistato un pubblico molto più grande di quello a cui erano abituate, dopo anni vissuti in sordina.
Le ragazze di Bertolini sono state eliminate ai quarti di finale proprio dalle oranje, in campo questo pomeriggio per giocarsi il titolo di campionesse del mondo.
Le stelle più attese sono Alex Morgan e Lieke Martens. La prima, statunitense, è la giocatrice più pagata al mondo con i suoi 400mila euro a stagione e tra le giocatrici più forti del mondiale con sei reti all’attivo. L’oranje, in forza al Barcellona, è uno dei volti della Nike, unica donna a rappresentare il brand sportivo.
Ma dietro al successo delle calciatrici si cela il lavoro di altre due donne: quello delle due allenatrici. Sarina Wiegman e Jill Ellis.
«Non ho mai pensato che sarei finita ad allenare», ha dichiarato Ellis, 52 anni. «Non era nei miei piani. C’era solo la passione, l’ho seguita per trovare quello che amavo, e quando lo trovi ti dedichi a quello».
È la seconda volta nella storia delle finali mondiali che sulle rispettive panchine siederanno due allenatrici donne. «È una chiusura incredibile. Non ci sono abbastanza donne nel nostro mondo, nel mondo degli allenatori», ha detto Ellis, che vanta un record di 13 partite consecutive vinte nelle gare della Coppa del Mondo.
Ma Ellis non è certo l’unica ad aver segnato la storia della sua Nazionale. Wiegman, 49 anni, durante i suoi 30 mesi alla guida delle Oranje è riuscita a portare a casa per la prima volta nel Paese un campionato Europeo di calcio e, dulcis in fundo, una finale mondiale. Le olandesi non avevano mai vinto un torneo importante ed erano riuscite a qualificarsi per i mondiali solo una volta.
È una conclusione appropriata per un torneo in cui la valorizzazione delle donne è stato un tema centrale. Le giocatrici degli Stati Uniti, campionesse in carica, sono arrivate in Francia tre mesi dopo aver intentato una causa contro la propria federazione, contro la discriminazione di genere in termini di retribuzione e condizioni di lavoro.
Dall’ultima Coppa del Mondo femminile di quattro anni fa, squadre provenienti da Cile, Argentina, Australia, Nigeria, Canada, Norvegia e Paesi Bassi si sono impegnate in campagne per un trattamento migliore da parte delle loro federazioni nazionali.
Foto Copertina Ansa/ Sarina Wiegman, Olanda
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