Giuseppe Cederna e Lampedusa, «crepa del mondo» – Il video

L’attore ha assistito all’arrivo del veliero Alex dell’ong Mediterranea nell’isola. «Come direbbe Conrad, in quello sbarco ho visto la faccia dell’Africa arrivare. L’umanità è il nostro tesoro più importante»

Da questa parte del mare di Gianmaria Testa è l’opera che Giuseppe Cederna, con la regia Giorgio Gallione – una produzione Produzioni Fuorivia / Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale – ha portato nell’isola di Lampedusa in occasione dell’apertura della quarta edizione di Lampedus’amore – Premio giornalistico internazionale Cristiana Matano. Un racconto sul viaggio, le migrazioni, i popoli.


Lampedusa «oggi è la crepa del mondo, in cui c’è il meglio e il peggio del mondo», dice l’attore e scrittore a Open. «È una crepa bollente, è la prima volta che succede. Mi sono trovato per caso a fare il mio spettacolo, che parla di Mediterraneo come mare della vicinanza, e avere sullo sfondo, di fronte a me, il porto di Lampedusa e la barca di Mediterranea che avevo appena visto arrivare».


Come direbbe Joseph Conrad, dice Cederna, in quello sbarco «ho visto la faccia dell’Africa arrivare. Su questa crepa ho avuto la prova che il nostro lavoro riesce a stabilire quello che si perde nella notizia: la relazione tra il corpo di qualcuno che racconta una storia. Da una parte ero io sul palco, dall’altra io laggiù che guardavo questa barca arrivare tra gli applausi di qualcuno e la schiuma razzista di altri». Lampedusa «è un’esperienza di formazione. L’umanità è il nostro tesoro più importante».

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