La versione M5S sull’elezione di Ursula von der Leyen: «C’era un accordo ma la Lega non ve lo dirà»

«Siamo preoccupati» ha replicato il leader leghista Matteo Salvini. «È passata per 9 voti, è come se in Italia ci fosse un governo Pd-Fi-M5s, che cambiamento rappresenta?»

L’elezione di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione europea continua ad agitare il governo italiano. A meno di 24 ore dal voto, è il Movimento 5 Stelle a replicare alle accuse degli alleati leghisti visto che i 14 eurodeputati M5S hanno votato per lei, a differenza dei 28 leghisti.


«Dovete sapere che c’era un accordo. Ma questo la Lega non ve lo dirà mai. L’accordo era che anche i cosiddetti ‘sovranisti’, lontani dai partiti tradizionali, la votassero, sapendo che la sua maggioranza non esisteva e in questo modo avremmo potuto condizionare ogni decisione futura in Europa», scrive il Movimento 5 Stelle in un lungo post su Facebook.


Dopo la nomina di von der Leyen, il partito guidato da Luigi Di Maio aveva rivendicato di essere stato l’ago della bilancia: «Perché mai la Lega, che fino alla mattinata di ieri dichiarava pubblicamente di votare sì insieme al Movimento 5 Stelle, all’improvviso alle 17 ha votato no? Forse solo per attaccare pubblicamente il MoVimento 5 Stelle». Insomma per i pentastellati, quella dei parlamentari del Carroccio è stata una tattica per attaccarli.

Salvini: «Preoccupati per la nomina»

«Abbiamo visto una presidente della Commissione europea indicata dalla Merkel e sostenuta da Macron, Renzi e Berlusconi e dai 5 Stelle, sbilanciatissima a sinistra sul alcuni temi come la crescita economica, il controllo dei confini, siamo preoccupati» ha replicato il leader leghista Matteo Salvini. «È passata per 9 voti, è come se in Italia ci fosse un governo Pd-Fi-M5s, che cambiamento rappresenta? Sono orgoglioso della coerenza e della lealtà dimostrata dagli europarlamentari della Lega».

Da sinistra: i due vice premier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, durante la cerimonia per l’anniversario della fondazione del Corpo di Polizia Penitenziaria in piazza del Popolo, Roma 8 luglio 2019. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

La scelta del commissario italiano

Le trattative per ottenere un commissario europeo targato Lega (il primo nome di Salvini è Giancarlo Giorgetti) ora sembrano essere più complicate, non avendo il Carroccio votato per Von der Leyen. I leghisti temono che i 5 Stelle provino a rivendicare ora un proprio nome.

Com’era andata l’elezione

L’ex ministro della difesa tedesca Von der Leyen aveva ottenuto 383 voti favorevoli: solo 9 in più di quelli necessari per l’investitura. I voti contrari erano stati 327. In realtà se sommiamo i voti dei liberali di Renew Europe, dei socialdemocratici e dei popolari (inclusa Forza Italia), avrebbe invece dovuto disporre di 444 voti. Ci sarebbero quindi numerosi franchi tiratori all’interno della grande coalizione europea (popolari, socialisti, liberali). 

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