Storm Area 51, lo strambissimo raduno sugli Ufo in Nevada: tutte le bufale che lo hanno ispirato

Perché oltre un milione di americani crede che nell’Area 51 siano nascoste le prove di visite aliene

Si chiama «Storm Area 51» l’evento “più atteso dell’anno”, almeno secondo gli appassionati più incalliti dei miti e leggende su ufologia e alieni. Esisterebbe inoltre un complotto che vedrebbe alleati Governo americano ed extraterrestri.

Il Pentagono e i Servizi segreti censurerebbero da decenni gli avvistamenti di presunti dischi volanti e i casi di abduction, ovvero i rapimenti alieni: in questo modo il Governo continuerebbe indisturbato a studiare la tecnologia aliena nelle sue basi segrete. 

L’evento lanciato su Facebook con lo slogan «Non potranno fermarci tutti quanti» dovrebbe svolgersi il 20 settembre in una delle zone più iconiche di questo complotto Usa-alieni: l’Area 51 in Nevada, una base dell’aeronautica militare americana realmente esistente, anche se in maniera piuttosto diversa da come viene immaginata dagli aderenti all’iniziativa.

Come è nata l’idea dell’evento fake

L’unica cosa su cui abbiamo dei riscontri è che si tratta sul serio di una base segreta. Molto probabilmente nelle strutture limitrofe sono avvenuti anche dei test su velivoli sperimentali, ma su questo cominciamo ad avere delle conferme solo in tempi recenti. 

Al momento 1,7 milioni di persone hanno aderito all’iniziativa promettendo di andarci, mentre 1,3 milioni si dichiarano interessati, tra questi però non è dato sapere chi fa sul serio e chi vuole semplicemente farsi due risate. Ora Matty Roberts, titolare della pagina Facebook «Area 51» da cui è partita l’iniziativa, teme di ricevere visite da parte dell’Fbi.

Roberts intervistato dall’emittente 80News afferma di aver voluto compiere un gesto satirico, dichiaratamente a scopo di clickbait. Il problema in questi casi – come avevamo già trattato – è che spesso sparando nel mucchio in tanti ci credono. Così questo “avvelenatore di pozzi” potrebbe causare non pochi problemi ai militari.

L’idea sarebbe partita mentre Roberts ascoltava un’intervista a uno dei più noti complottisti americani: Bob Lazar, divenuto celebre fin dagli anni ’90 per aver sostenuto di essere a conoscenza degli esperimenti che avvengono nell’Area 51, dove sarebbe conservato un disco volante precipitato a Roswell nel 1947, con i corpi dei piloti alieni.

Cos’è davvero l’Area 51

Il termine “Area 51” viene usato in genere dagli appassionati di misteri ufologici e fantascienza. Dietro questo nome ormai obsoleto c’è la Nellis Air Force Base in Nevada (Usa), dove si trova un reparto dell’aeronautica americana il cui quartier generale è la base di Edwards.

L’Area 51 è una location ideale dove confluiscono assieme una mole impressionante di bufale, miti e leggende, che continuano a ispirare indirettamente anche recenti fake news, come quella degli Ufo del Pentagono.

In questa struttura avverrebbero (o sarebbero avvenuti in passato) test su prototipi aerospaziali di prossima generazione, come gli F117, gli U2 e gli Sr71.

Secondo i teorici del complotto si tratterebbe di retro-ingegneria aliena, ovvero tutti i velivoli sperimentati nella base sarebbero stati costruiti dallo studio del relitto del presunto Ufo-crash di Roswell, avvenuto nel 1947.

Quella che viene identificata come Area 51 in verità è solo una parte del complesso della base di Nellis, corrispondente al campo d’avizione di Groom Lake, una delle più grandi piste d’atterraggio al Mondo.

Gli SR-71 potevano venire facilmente scambiati per astronavi aliene quando era ancora un velivolo segreto.

Chi è Bob Lazar

Uno dei principali autori delle tesi di complotto sulla base americana è senza dubbio Bob Lazar. Il sedicente scienziato – di cui non si riescono a trovare titoli accademici – ha avuto recentemente guai con la giustizia, per via della vendita di materiali illegali, inoltre si è trovato coinvolto a sua insaputa nelle fake news sull’assassinio di Litvienko.

Tutte le sue affermazioni sulla retro-ingegneria aliena sono state già abbondantemente smontate. Su Mistero risolto è possibile consultare un approfondito fact checking dove viene messo a nudo l’estremo dilettantismo di uno dei padri delle moderne tesi di complotto ufologiche.

Il complottista Bob Lazar intervistato recentemente sull’Area 51, ha ispirato il recente evento fake su Facebook.

Cosa accadde davvero a Roswell

Secondo la leggenda ufologica dell’Area 51, oltre al relitto di un disco volante, si troverebbero anche i corpi degli alieni trovati a bordo a seguito del cosiddetto Ufo-crash di Roswell.

L’8 luglio 1947 sarebbero stati rinvenuti in un ranch di Roswell i resti di una astronave aliena, subito ritirati dalle autorità. Episodi simili capitarono anche in altre regioni: si presentavano dei personaggi vestiti di nero che sequestravano tutto e intimavano ai residenti la massima discrezione. 

Proprio a seguito di questi episodi nacque anche il mito dei MiB, ovvero i Man in black. Inizialmente le autorità spiegarono alla stampa e ai residenti che quei frammenti metallici erano i resti di palloni meteorologici. 

Poi si lasciò passare quella che può essere definita una delle prime fake news vere e proprie: la storia dell’Ufo-crash infatti faceva comodo ai militari americani.

I resti del presunto disco volante precipitato a Roswell nel 1947. Secondo i complottisti il relitto si troverebbe oggi nell’Area 51.

I frammenti precipitati a Roswell e in altre zone remote degli Stati Uniti, non appartenevano a palloni meteorologici, né agli alieni, si trattava invece dei palloni spia del progetto Mogul.  

Il progetto Mogul consisteva nel mandare dei palloni sonda fino a una certa quota, dove era possibile captare con appositi microfoni l’attività nucleare dei sovietici. Non esistevano ancora i satelliti artificiali e gli americani volevano sapere se anche i loro rivali possedevano la tecnologia per produrre bombe nucleari.

Visto che queste sonde poi dovevano essere recuperate in giro, generando comprensibili ansie tra i cittadini, il progetto venne sospeso poco dopo, se non altro perché ormai l’attività nucleare sovietica sarebbe stata del tutto confermata. Lasciare che la stampa rendesse “virale” la tesi dell’ufo-crash era dunque una eccellente copertura. 

Palloni sonda utilizzati durante il progetto Mogul per spiare i test nucleari dei sovietici. La parte metallica corrisponde ai frammenti rinvenuti a Roswell nel 1947 (vedi foto precedente).

Il mito dei Grigi

Molto probabilmente alcuni dei manichini utilizzati nelle zone vicino a Roswell per i test atomici, vennero scambiati per i cadaveri del presunto disco volante precipitato in zona. Si narra infatti che i MiB oltre ai frammenti del “disco volante”, avessero occultato anche i cadaveri degli extraterrestri a bordo.

Così di lì a poco esplose il mito dei Grigi, ovvero la razza aliena più iconica nel mondo ufologico. Com’è possibile che molte persone sottoposte a ipnosi regressiva al risveglio raccontino sempre di essere stati rapiti da esseri grigi con la testa e gli occhi grandi? 

La risposta più semplice è che quel modo di intendere gli alieni fa parte dell’immaginario collettivo. Se si affronta una seduta di ipnosi – basata sulla suggestione – col proposito di scoprire se per caso si è stati rapiti, molto probabilmente si verrà accontentati, producendo il ricordo di un rapimento da parte dei Grigi.

Ed è proprio attraverso delle sedute di ipnosi che nacque questo mito. Tra il 19 e il 20 dicembre 1961 i coniugi Betty e Barney Hill di Porthsmouth nel New Hampshire, stavano rientrando a casa di notte in auto. 

Secondo quanto raccontarono due anni dopo, mediante delle sedute di ipnosi, quella notte il tempo si fermò, letteralmente, e vennero rapiti dagli alieni.

Quello dei coniugi Batty e Barney Hill è conosciuto come il primo presunto caso di abduction nella Storia.

L’episodio è noto come il primo caso di abduction della Storia. Gli alieni vengono descritti dai coniugi proprio secondo i canoni del classico Grigio. Sappiamo oggi che Batty Hill era già interessata all’ufologia e frequentava altri appassionati.

Inoltre, la sera prima della seduta di ipnosi andò in onda un film di fantascienza della serie The Outer Limits intitolata The Bellero Shield, dove compare proprio un personaggio corrispondente alla descrizione. 

L’episodio è noto come il primo caso di abduction della Storia. Gli alieni vengono descritti proprio secondo i canoni del classico alieno Grigio. Sappiamo oggi che Batty Hill era già una appassionata ufologa, che frequentava altri appassionati di ufologia. 

Ma i Grigi erano già presenti fin dagli albori della fantascienza. Compaiono per la prima volta nel 1883 in un racconto di H. G. Wells, intitolato The Man of the year million. Originariamente non si trattava di alieni, bensì di esseri umani del futuro.

Da sinistra a destra: il Grigio apparso durante il telefilm The Bellero Shield nel 1961; il Grigio in una illustrazione del racconto di H. G. Wells del 1883, The Man of the year million.

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