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«Il vero pericolo non è essere inattivi ma fingere di agire»: le parole di Greta al parlamento francese

23 Luglio 2019 - 15:01 Redazione
«Siamo solo ragazzini, non avete il dovere di ascoltarci. Invece, avete il dovere di ascoltare gli scienziati, ed è tutto quello che vi chiediamo».

L’attivista ambientalista Greta Thunberg ha preso la parola il 23 luglio a Parigi, nel quadro di una riunione parlamentare sul clima. Il suo intervento è stato criticato da molti deputati della destra e dell’estrema destra, che hanno invitato a boicottarlo.

«Ho delle buone e delle cattive notizie sul clima», ha detto Greta, aprendo il suo discorso, «inizio dalla buona: il mondo non finirà nei prossimi 11 anni, come ha detto qualcuno. La cattiva notizia è che da qui al 2030, se non facciamo niente, non saremo più in grado di tornare indietro sul cambiamento climatico».

La risposta ai deputati che l’hanno boicottata

«Alcune persone – ha detto Thunberg – hanno scelto di non partecipare a questa riunione oggi, alcune persone hanno scelto di non ascoltarci. Non è grave, dopotutto siamo solo ragazzini, non avete il dovere di ascoltarci. Invece, avete il dovere di ascoltare gli scienziati, ed è tutto quello che vi chiediamo».

Nel suo discorso, la sedicenne ha risposto agli attacchi che le sono stati rivolti. «Dicono che noi ragazzi esageriamo, che siamo degli allarmisti. Leggete l’ultimo rapporto del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, ci troverete tutte quelle che per voi sono “le nostre opinioni”».

Per limitare il riscaldamento climatico dobbiamo limitare le emissioni di CO2, ha detto Greta: «420 gigatonnellate di CO2» è tutto ciò che ci resta se vogliamo raggiungere l’obiettivo di un grado e mezzo di aumento della temperatura mondiale».

L’invettiva contro le grandi aziende

Greta se la prende con la classe politica e con le grandi aziende: «Il più grande pericolo non è essere inattivi. Il più grande pericolo è quando i politici o le imprese fanno finta di agire». Poi si chiede: «Come possiamo agire senza sembrare allarmisti? È la domanda che dobbiamo porci e che dobbiamo porre alle persone che hanno ruoli di responsabilità. Perché i fatti scientifici sono chiari. E noi ragazzi non facciamo altro che comunicare dati scientifici».

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