Il Banksy di Venezia, la Procura archivia l’indagine: il murale del bimbo migrante resta dov’è

L’opera era stata realizzata come simbolo di protesta dello stesso Banksy contro gli organizzatori della Biennale

Il bimbo migrante di Banksy, l’opera dello street artist inglese senza identità realizzata su un muro di Venezia lo scorso maggio, non verrà rimosso. La Procura ha deciso di archiviare l’indagine: il murale resterà in Rio Novo, in campo San Pantalon.


La motivazione risiede nel fatto che, secondo la Procura di Venezia, il disegno realizzato dallo street artist più famoso al mondo non deturpa la facciata dell’edificio su cui si trova.


All’opera è stato riconosciuto piuttosto un valore artistico e, certamente per chi vi si imbatte, simbolico di sicuro effetto. Il murale è stato rivendicato dallo stesso Banksy, anche attraverso un video, divenuto virale in rete, quindi l’opera è stata riconosciuta come appartenente senza dubbio alcuno all’artista britannico.

Il bambino migrante è stato realizzato come simbolo di protesta dello stesso Banksy contro gli organizzatori della Biennale che non lo avevano invitato a esporre le sue opere in una tra le più importanti rassegne d’arte al mondo e nonostante l’artista sia uno dei più apprezzati tra i viventi.

Il secondo messaggio simbolico dell’artista era stato invece di tipo politico-ambientale, di contrarietà all’attracco delle navi da crociera alla Serenissima.

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