Lukaku, tifosi anche alle visite mediche: «Qui per riportare l’Inter dove merita». E già veste nerazzurro
È arrivato a notte inoltrata a Malpensa Romelu Lukaku, il nuovo attaccante dell’Inter di Suning. Ad accoglierlo c’erano centinaia di tifosi festanti. Cori e una richiesta particolare: ‘Segna a Torino’. Ma era solo un assaggio. Lukaku ha sostenuto le visite mediche all’Humanitas di Rozzano e al Coni, con annessi e ulteriori bagni di folla. Poi la firma su un contratto di cinque anni a 8 milioni di euro netti a stagione e una bella visita alla Pinetina. In mezzo le prime parole da interista: ‘L’Inter non è per tutti. Sono qui per questo e per riportarla dove merita’. Antonio Conte e il popolo interista possono festeggiare. Romelu Lukaku è nerazzurro. Saranno i suoi 192 centimetri, supportati da un quintale di potenza pura, a guidare la prima linea del 3-5-2 contiano. Un colpo pesantissimo, costruito da Beppe Marotta e con la rinnovata potenza di fuoco del gruppo Suning. Tutto definito in mattinata quando l’Inter ha portato allo United l’ultima offerta da circa 83 milioni di euro pagabili in due anni, bonus compresi (65 di quota fissa cui aggiungere una percentuale sulla futura rivendita), frantumando il muro alzato dal Manchester per un mese abbondante; con tante grazie, indirette, a Paulo Dybala, che ha estromesso l’unica squadra, la Juventus, che si era frapposta tra l’Inter e il belga. Raggiunto l’accordo verbale verso ora di pranzo, le parti sono poi giunte alla fase dello scambio dei documenti.
Big rom, il prediletto
Lukaku l’aventiniano, multato dal Manchester United per circa 400 mila sterline dopo aver saltato gli ultimi due allenamenti, firmerà un contratto di cinque anni a circa 8 milioni di euro a stagione. Poco meno del doppio dell’ingaggio base di Mauro Icardi, definitivamente messo ai margini dall’arrivo del belga, la boa di sfondamento che Conte ha chiesto come priorità assoluta insediandosi nella cabina di comando nerazzurra.
Pane, acqua e tanta fame
Classe ’93, Lukaku ritrova in Italia il fratello minore Jordan, terzino della Lazio. Entrambi sono partiti dalla povertà in un degradato quartiere di Anversa: cresciuti a pane e latte mischiato con l’acqua da mamma Adolphine per farlo durare più a lungo, si sono poggiati sulle rispettive, robuste spalle per alzare la testa e affermarsi. Big Rom, in particolare, è esploso negli ultimi tre anni. Mourinho in persona lo ha portato due stagioni fa al Manchester, dopo averlo venduto all’Everton quando era manager del Chelsea, facendo tirare fuori 90 milioni di euro. Tanto è costato ai Diavoli Rossi il belga di origini congolesi che a Goodison Park aveva fatto vedere di che pasta era fatto.
Montagna in motorino
Da sette anni a questa parte nessuno in Inghilterra, ad eccezione di Harry Kane e Aguero, ha segnato come Lukaku: 113 reti, ma un progressivo calo delle prestazioni dovuto alle continue onde anomale di rendimento che hanno investito i Red Devils. Mentre col Belgio il trattore è inarrestabile, sempre: 48 reti totali, il nazionale più efferato di sempre sotto porta. Attaccante di peso, Lukaku è stato a volte accusato di fare poco movimento. Quando glielo hanno detto in ritiro col Manchester, giusto per rispondere ai detrattori, ha fatto toccare i 36 km/h, poco meno della velocità a libretto di un 50cc. E a velocità maggiore, adesso, raggiungerà Milano dove giocherà la Champions League. Per uno che da ragazzino, ipse dixit, a volte doveva rinunciare a vederla in tv per colpa dei topi che entravano in appartamento, è una scarica di energia. Contagiosa. Che fa vibrare il popolo nerazzurro.
Foto di copertina Lukaku / Ansa
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