Esplode la crisi di governo ma il Pd litiga. Zingaretti: «Prepariamoci»

Calenda e i parlamentari renziani discutono su twitter. Intanto alcuni sindaci di centrosinistra, guidati da Giorgio Gori, hanno chiesto di contare di più nel Partito Democratico

Il segretario del Pd Nicola Zingaretti continua a fare appello all’unità interna e di fronte alla crisi di governo dice al suo partito: «Scuola, investimenti, sanità per creare lavoro. Prepariamoci con un programma per l’Italia». Ma più che pianificare le prossime mosse i Dem sembrano impegnati a un nuovo regolamento di conti interno.


Matteo Renzi, sentito da mesi il profumo delle elezioni, è passato rapidamente da «senatore semplice» a protagonista, tornando sempre più frequentemente a fare comizi e dirette su Facebook.


«Se c’è un motivo per cui mi rimetto in campo è che non riuscirei a guardarmi allo specchio se lasciassi un Paese nelle mani di chi istiga ad avere paura degli altri», ha detto l’ex segretario del Pd, in un comizio alla Festa dell’Unità a Santomato (Pistoia) ieri sera.

La nuova discesa in campo di Renzi ha scatenato le critiche interne: dal tesoriere Zanda ai più vicini a Nicola Zingaretti. Lo scontro più palese si è consumato su Twitter tra i renziani e Carlo Calenda.

L’eurodeputato Carlo Calenda ha accusato Renzi di essere il leader della minoranza interna, invitandolo a pensare a un altro partito fuori dal Pd. Proprio l’ex sindaco di Firenze aveva ipotizzato, in un colloquio con La Stampa, la nascita di una forza di centro.

Intanto alcuni sindaci di centrosinistra, guidati da Giorgio Gori, hanno chiesto di contare di più nel Partito Democratico e hanno proposto l’istituzione di un’assemblea che li riunisca e rappresenti a livello nazionale.

Lo hanno fatto con una lettera, sottoscritta da 18 sindaci di città capoluogo, indirizzata alla commissione Statuto del partito, presieduta da Maurizio Martina, al Nazareno.

E nel giorno del suo compleanno è tornato a parlare anche Romano Prodi, intervistato su Il Messaggero: «Il problema dell’Italia è cantare in coro, non avere dei solisti. Ce ne sono anche troppi. E come vediamo in queste ore, non leggono nemmeno lo stesso spartito».

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