Crisi di governo, Salvini: «Sul taglio dei parlamentari ho fatto uscire il M5S allo scoperto. L’inciucio è pronto»

Il ministro dell’Interno spara a zero sugli ex alleati: «Va rivisto il reddito di cittadinanza», ha detto Salvini al Corriere della Sera

Durante la votazione al Senato sui tempi della crisi, Salvini ha rimescolato le carte in tavola, spiazzando vecchi alleati e l’opposizione. Il ministro dell’Interno rilancia la proposta di votare il taglio dei parlamentari, lasciando appeso a un filo il M5S: «Hanno fatto il cinema per mettere il taglio dei parlamentari dopo la discussione della sfiducia a Conte», così Salvini dice in un’intervista al Corriere della Sera.


In Aula Renzi non risparmia critiche a Salvini e si riapre la sfida del Matteo contro Matteo. «Un monologo imbarazzante», quello di Matteo Renzi afferma il ministro dell’Interno. «Siccome mi sono venuti i brividi a immaginare una manovra Renzi, Boschi, Fico e Toninelli, mi sono detto: facciamoli uscire allo scoperto. Offrendo ai 5 Stelle quello che chiedevano, la discussione sul taglio dei parlamentari. Ma ancora non va bene…».


Il voto di ieri ha portato a una maggioranza Pd-M5S che Salvini definisce «inciucio». «Con il nostro governo non è in discussione quota 100 e non toglieremo gli 80 euro di Renzi. Semmai sarà doveroso verificare il reddito di cittadinanza», dice Salvini.

Con Berlusconi? «Ci siamo sentiti al telefono», afferma il ministro dell’Interno che glissa su un incontro che non c’è stato: «Ero impegnato al Viminale». Salvini ribadisce che le priorità sono altre: «Ci sono le navi di cinque ong con 500 ospiti a bordo» .

Sull’ipotesi di una lista unica con Berlusconi il ministro dell’Interno chiarisce: «Figuriamoci se mi sono messo a parlare di listini e listoni. Le opposizioni in qualunque parte del mondo hanno fretta di votare. Il Pd, invece, ha bisogno di tempo per inciuciare».

Per il leader leghista il pericolo che nasca un nuovo governo Pd-M5S è reale. «Il rischio c’è. Se avessi voluto una vita comoda, saremmo rimasti in sette sulle nostre poltrone, facendo finta che andasse tutto bene».

Poi il chiarimento sulla rottura con Di Maio, troppe incomprensioni: «Il voto sulla Tav, il voto europeo per la presidenza con Merkel e Macron, il ministro dell’Ambiente che non vuole gli inceneritori» .

Scatenare una crisi di governo a ferragosto, per Salvini era assolutamente necessario e non rinnega quanto fatto: «Sono contento. Operai e imprenditori che stanno lavorando anche in agosto e non capiscono perché non possano farlo i parlamentari».

Sulle contestazioni durante le sue visite in Calabria e Sicilia Salvini accetta le critiche, ma minimizza: «Il mio discorso in Aula ha fatto 40mila visualizzazioni. Chi può dire altrettanto?».

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