L’astronauta era tra le candidate alla prossima passeggiata nello spazio, ma di recente la Nasa l’aveva tagliata fuori
Potrebbe essere il primo reato commesso nello spazio quello dell’astronauta americana Summer Worder, entrata nella Nasa nel 2013. Veterana in Iraq con oltre 800 ore di volo, Worder è stata accusata dall’ex moglie Anne McClain di aver violato il suo conto corrente proprio mentre era in orbita sulla Iss.
L’accusa è partita quando Mcclain ha chiesto alla sua banca di verificare la provenienza dell’accesso che lei non aveva mai fatto. La verifica ha portato al network della Nasa, facendo così scattare la denuncia di furto di identità e accesso improprio alla documentazione finanziaria.
L’astronauta si è difesa spiegando che voleva solo controllare le sue finanze, ancora in comune con l’ex coniuge. Controlli fatti, secondo lei, sempre con il permesso di McClain e nell’interesse del figlio, che le due avevano adottato ed è ancora al centro di un scontro legale per l’affido.
Wonder e McClain si sono sposate nel 2014 e dall’anno scorso si contendono a carte bollate il figlio di quattro anni. Nel 2018 Worder ha chiesto il divorzio, dopo essere stata accusata dalla coniuge di aggressione. Un caso poi archiviato. Pochi mesi dopo, la presunta violazione sul conto corrente.
Le nuove missioni lunari saranno soprattutto una tappa intermedia per il viaggio verso Marte. Si tratterebbe della prima missione umana su un pianeta vero e proprio, molto probabilmente ci vorranno ben più di 10 anni per raggiungere questo traguardo, ma nel mentre saranno compiuti nuovi passi avanti, specialmente con la missione Mars 2020.
Grandi sorprese potrebbero arrivare anche più lontano, come una delle lune di Saturno, Titano o su una delle lune di Giove, Europa. Entrambe queste mete sono importanti nella ricerca di tracce di vita nel Sistema solare.
La Nasa intende anche scavare ulteriormente nella Storia dell’Universo, raccogliendo nuovi dati importanti sulla sua origine e cercando di fare luce sul grande enigma della materia e dell’energia oscura.
Nello Spazio per imparare a sopravvivere
Prima delle missioni Apollo non si parlava tanto di quanto fosse fragile il nostro Pianeta. Gli allunaggi portarono quindi a una serie di riflessioni e di movimenti in difesa dell’ambiente mai visti prima. Oggi la situazione è ribaltata.
L’esplorazione spaziale – con buona pace di chi continua a chiedersi a cosa serve – ha calendari sempre più fitti, cercare tracce di vita al di là della Terra e nuove possibili case per l’umanità non sono più argomenti meramente fantascientifici.
Questa nuova epoca di esplorazioni sembra spinta proprio da una coscienza più matura sulla limitatezza delle nostre risorse e sui pericoli a cui corriamo, specialmente a causa dei cambiamenti climatici di cui noi stessi siamo responsabili.
Le imprese della Nasa nel prossimo decennio
Ecco le principali missioni previste dalla Nasa, già partite o che dovranno essere lanciate nei prossimi anni. Cosa ci aspettiamo da questi anni ’20 alle porte, da parte dell’esplorazione spaziale della Nasa, con ripercussioni su tutte le altre agenzie spaziali, soprattutto quella europea.
Parker solar probe
La sonda in missione sul Sole è giunta al suo terzo avvicinamento con la nostra stella. Il 16 agosto ha attivato i suoi strumenti di bordo a una distanza di 0,45 unità astronomiche (1 Ua è la distanza tra il Sole e la Terra).
I dati raccolti saranno confrontati con quelli di missioni precedenti. Avremo così nuove informazioni sul vento solare e sulle particelle che circondano la stella, soprattutto nella sua corona.
L’esplorazione di Marte
Con il lander della missione InSight stiamo raccogliendo nuovi dati sul suolo marziano. La missione consiste anche nell’utilizzo di un sismografo, il primo giunto sul Pianeta. Sarà così studiata l’attività sismica marziana e si cercherà di capire come mai Marte non possiede un campo magnetico o se per caso ne conserva ancora delle tracce.
A InSight si unirà presto il rover di Mars 2020. La missione prevede anche l’utilizzo di un drone per facilitare l’esplorazione in zone difficili da raggiungere. La missione si svolgerà in una regione dove si ritiene più probabile trovare tracce antiche di vita microbica.
Missioni attorno a Giove
Si ritiene che gli asteroidi troiani di Giove siano i resti del materiale primordiale che formarono i pianeti esterni del Sistema solare. Sono quindi vere e proprie capsule del tempo che conservano informazioni importanti sulla nascita di tutto il Sistema.
La missione Lucy prende nome da una canzone dei Beatles – esattamente come l’omonimo esemplare di australopiteco trovato in Etiopia nel 1974, che a sua volta raccontava a suo modo le origini dell’umanità – la missione verrà lanciata nell’ottobre 2021 e dovrà affrontare un viaggio di 12 anni, facendo tappa su sette asteroidi.
Attorno a Giove ruota anche una delle lune che più ha intrigato gli esploratori spaziali: Europa. Recentemente è stata confermata la missione Clipper, destinata a raggiungere la luna ghiacciata di Giove.
Sotto i ghiacci di Europa si nasconde un immenso oceano, una meta perfetta per cercare tracce di vita. La navicella spaziale che compirà questa missione potrebbe essere pronta già per il 2023, mentre il lancio non avverrebbe prima del 2025.
Dragonfly su Titano
Un’altra meta promettente nella ricerca della vita nel Sistema solare è la luna di Saturno Titano. La missione Dragonfly punta proprio a questa meta. Il lancio è previsto per il 2026, l’arrivo non avverrà prima del 2034.
Dragonfly sorvolerà Titano a caccia di quei processi chimici che associamo con la formazione della vita. Sarà la prima volta che la Nasa spedirà un vero e proprio drone multirotore su un altro mondo, agevolato dal fatto che laggiù vi è un’atmosfera quattro volte più densa della nostra.
Inoltre, le condizioni di questa luna ricordano parecchio quelle che dovevano esserci sulla Terra agli albori della vita.
Missioni sugli asteroidi
La sonda spaziale New Horizons lanciata nel gennaio 2006 ha raggiunto Plutone nel 2015, per poi avvicinarsi all’oggetto più lontano mai visitato del Sistema solare: Ultima Thule (classificato come 2014 MU69). Il corpo della fascia di Kuiper ha la caratteristica forma di un pupazzo di neve.
Ultima Thule si è rivelato molto più complesso del previsto. Sono stati intravisti sulla superficie vari punti luminosi, macchie, colline, canali, crateri e “pozzi”. Ci si interroga sulla loro formazione. Il corpo frutto della fusione di altri due, potrà raccontarci molte cose interessanti sulla formazione del nostro Sistema solare.
Dovremo attendere fino all’anno prossimo perché gli esperti della Nasa possano disporre dei dati raccolti. Al momento sappiamo che sono state trovate tracce di metanolo, ghiaccio e varie molecole organiche.
Un altro obiettivo importante ancora da raggiungere è l’asteroide Psyche. Con la sua particolare composizione di ferro e nickel potrebbe essere quel che rimane del nucleo di un pianeta distrutto durante una violenta collisione miliardi di anni fa. La missione destinata a esplorare questo corpo spaziale partirà nel 2022 e raggiungerà l’obiettivo entro il 2026.
Missioni CubeSat
Frutto della collaborazione con ben 93 organizzazioni diverse sparse sul terrirorio degli Stati Uniti, i CubeSat accompagneranno i prossimi dieci anni di missioni spaziali.
Il primo di questi satelliti ha viaggiato nella missione InSight. Nel 2020 un altro sonderà con dei laser il Polo Sud della Luna alla ricerca di ghiaccio, mentre nello stesso anno un altro CubeSat si avvicinerà a un asteroide vicino alla Terra.
L’obiettivo è quello di poter organizzare in un futuro non molto lontano delle missioni umane sugli asteroidi, al fine di trovare e estrarre risorse importanti per l’esplorazione dello Spazio profondo.
Nuovi “occhi” puntati verso lo Spazio
In collaborazione con l’Esa (Agenzia spaziale europea) il telescopio spaziale della missione Euclide sonderà lo Spazio a caccia di materia ed energia oscura. Il lancio è previsto per il 2022.
Il James Webb Space Telescope sarà invece il successore di Hubble. Il suo lancio è previsto per il 2021. Avverrà mediante un razzo Arian 5, col contributo dell’Esa.
Avrà risoluzione e sensibilità notevolmente più alte del suo predecessore, si prevedono quindi nuove immagini sorprendenti che ci permetteranno di studiare ancor più approfonditamente gli eventi e oggetti più distanti nell’Universo. Basti pensare che il suo specchio diviso in 18 esagoni avrà un diametro di 6,5 metri, mentre quello di Hubble misura 2,4 metri.
Foto di copertina: NASA/La stazione spaziale in orbita sulla Luna: Lunar Gateway, rappresentazione artistica.