Il caso Fadil verso l’archiviazione, i pm: «Imane morta per aplasia midollare»

La procura di Milano ha reso noti gli esiti degli accertamenti sulla morte della modella. La giovane è deceduta perché il suo midollo non riusciva più a produrre globuli rossi

Se finora ad escludere l’avvelenamento doloso come causa della morte di Imane Fadil erano soltanto indiscrezioni, ora è arrivata la conferma della Procura di Milano. «Imane è morta per una aplasia midollare della quale, comunque, sono ancora in corso di accertamento le cause esatte», hanno spiegato i pm che hanno dato il nullaosta alla sepoltura.


Oltre all’ipotesi di avvelenamento, sono state escluse dagli inquirenti anche responsabilità mediche per cui ora il caso della morte di una delle testimoni chiave delle inchieste sul caso Ruby va verso l’archiviazione.


Gli inquirenti hanno spiegato che nel fascicolo aperto per omicidio volontario sulla morte di Fadil sono stati eseguiti «tutti gli accertamenti possibili».

Non è stata ancora depositata però la relazione del pool di esperti, guidati dall’anatomopatologa Cristina Cattaneo. Ma gli inquirenti non hanno dubbi che la giovane sia morta perché il suo midollo non riusciva più a produrre globuli rossi. Rimane ora da chiarire cosa abbia determinato l’aplasia.

Gli esiti degli accertamenti non convincono però il fratello della modella che non si dà pace. «Vogliamo una risposta chiara, vogliamo capire bene come è morta, questa non è una risposta, non è possibile che in poco tempo se ne sia andata via così – ha detto l’uomo -. Col nullaosta alla sepoltura faremo il nostro funerale, devo parlare ancora con la mia famiglia per capire come e dove, se qua in Italia o in Marocco».

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