Roma, Marra condannato per abuso d’ufficio nell’inchiesta sulla nomina del fratello in Campidoglio

Una condanna che si aggiunge a quella a 3 anni e mezzo per corruzione in concorso con l’imprenditore Sergio Scarpellini

Raffaele Marra, ex capo del personale in Campidoglio, considerato fedelissimo della sindaca di Roma Virginia Raggi, è stato condannato in primo grado a un anno e quattro mesi di reclusione per il reato di abuso d’ufficio per la nomina del fratello Renato a capo della direzione turismo (con un aumento dello stipendio pari a 20 mila euro lordi l’anno, passando da una prima a una terza fascia retributiva).


Condanna che si va ad aggiungere a quella già ottenuta sempre in primo grado (a 3 anni e mezzo) per corruzione in concorso con l’imprenditore Sergio Scarpellini. Marra fu arrestato nel 2016. A incastrarlo, in particolare, fu un’intercettazione nella quale a Ginevra Lavarello, segretaria dell’imprenditore (poi deceduto il 20 novembre 2018), disse di essere ‘a disposizione’.


Al centro dell’inchiesta, ben 367 mila euro che Marra avrebbe ricevuto da Scarpellini nel 2013 per acquistare un appartamento, intestato a sua moglie, in via dei Prati Fiscali. Quei soldi, secondo la procura, rappresentavano la tangente incassata per aver messo la sua funzione pubblica “nelle mani” del costruttore. La condanna al reato di abuso d’ufficio è legata invece alla «mancata astensione nell’ambito della procedura di interpello» che portò alla nomina del fratello Renato in Campidoglio.

La stessa vicenda travolse anche la sindaca Raggi che finì sotto indagine, ma fu assolta dall’accusa di falso in atto pubblico a novembre 2018 perché «il fatto non costituisce reato». Raffaele Marra era considerato il braccio destro di Raggi, dopo lo scoppio dello scandalo però la sindaca ne prese le distanze, definendolo come «solo uno dei 23mila dipendenti comunali».

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