«Volto indignato il tuo, o manipolato?», la rivolta dei cattolici contro Greta: il volantino che gira tra le parrocchie

«Cara Greta, dopo che lasciamo sopprimere i feti umani, vogliamo proteggere i cuccioli animali? Dopo che confondiamo i generi, vogliamo salvare la specie? Giovani, non lasciatevi ingannare»: imbarazzante

Da Torino a Bari, negli ambienti ecclesiastici, gira un volantino che prova a sminuire l’importanza delle manifestazioni globali per il clima. Una serie di correlazioni improbabili, di un oscurantismo che sarebbe dovuto morire con l’Illuminismo, per smontare il simbolo che è diventata Greta Thunberg. E invece, sacche di reazionarismo persistono tra i cattolici e rischiano di far danni dove alberga l’ignoranza.


Una catena di Sant’Antonio

La foto digitale del viso arrabbiato di Greta con la didascalia “Venerdì clima glaciale” è arrivato su Whatsapp a molti italiani, inviato da suore di clausura e preti lungo tutta la penisola. Ha raggiunto la massima risonanza quando l’ha condiviso su Facebook la pagina ufficiale di Radio Maria. Peccato, un’occasione persa per la Chiesa di essere al passo con i tempi e vicina ai bisogni reali delle persone.


Il testo del volantino

«Cara Greta, dopo che abbiamo buttato Dio nella pattumiera, vogliamo salvare il pianeta? Dopo che lasciamo sopprimere i feti umani, vogliamo proteggere i cuccioli animali? Dopo che confondiamo i generi, vogliamo salvare la specie? Dopo che aiutiamo gli uomini a morire, vogliamo salvare le foreste? Volto indignato il tuo, o forse manipolato? Giovani, non lasciatevi ingannare».

Don Peyron: «Post sprezzante e inutile»

Il responsabile della pastorale universitaria della diocesi di Torino, don Luca Peyron, prende le distanze dal volantino: «Non posso condividere questo post sprezzante ed inutile, così poco cattolico, così poco intelligente – scrive su Facebook -. Greta è forse manipolata e tutto il molto altro che si può dire, ma non capire i segni dei tempi, non essere accanto ai giovani per sostenerli e se necessario aiutarli a non diventare vittime ingenue di lupi rapaci è esattamente quello che la Vergine Maria ci ha insegnato».

«Non in mio nome»

«No, questo post non è in mio nome – conclude Peyron -, e del resto Radio Maria non è la voce della Chiesa, e così facendo ahimé, fa solo del male alla Chiesa, a chi giorno per giorno, metro per metro, tenta di annunciare Gesù in un mondo ostile che va capito ed amato con la stessa misericordia con cui Maria ha voluto bene a Pietro e, sono certo, avrebbe voluto bene anche a Giuda». Sarebbe bello, ai prossimi Fridays for future, vedere più parroci ai cortei e meno chiusi nelle sagrestie a inviare retrogradi Whatsapp.

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