Tampon tax, Martinciglio (M5s): «L’Iva al 5% non è una vittoria, ma un primo passo verso la parità di genere» – L’intervista

L’abbassamento dell’Iva dal 22% al 5% per gli assorbenti e tamponi biodegradabili e compostabili ha sollevato dubbi e polemiche. Ne abbiamo parlato con la prima firmataria dell’emendamento

«Tagliata la #tampontax. L’IVA su tamponi e assorbenti compostabili e biodegradabili passa dal 22 al 5%. Un primo segnale di attenzione per milioni di ragazze e donne nel #decretofiscale su cui abbiamo lavorato con le deputate di maggioranza di #Intergruppodonne». 


Così, il ministro dell’Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri celebrava l’intesa raggiunta nella maggioranza di governo sulla cosiddetta Tampon Tax, ossia l’aliquota Iva applicata ai prodotti per l’igiene femminile usati durante il ciclo mestruale, ossia assorbenti esterni, tamponi, coppette mestruali: un’aliquota che attualmente è del 22%, pari a quella applicata ai beni di lusso. 

L’imposta del 22% in particolare modo grava sulle donne con reddito basso – se non nullo. Nel corso della vita fertile di una donna comporta un esborso di circa 1.704 euro per l’acquisto dei soli assorbenti, senza contare le spese per l’acquisto di medicinali per la cura dei sintomi connessi al ciclo. 

Una misura tanto attesa ma che ha deluso molte donne, e non solo. Perché se è pur verso che l’aliquota del 5% verrà applicherà ai prodotti igienici per il ciclo mestruale, questi dovranno essere obbligatoriamente biodegradabili o compostabili, mentre a tutti gli altri dispositivi igienici continuerà ad essere applicata l’aliquota del 22%.

E così l’annuncio del ministro Gualtieri si è trasformato in un boomerang, tra accuse di Green washing e Pink washing contro il governo, contro la commissione Finanze e anche contro le esponenti appartenenti all’Intergruppo Donne, promotrici della proposta.

La maggioranza è stata accusata di non aver contezza della quotidianità delle donne, dei costi esosi di questi specifici prodotti (che oscillano, per 10/12 pezzi, dai 4 ai 20 euro, ndr) e soprattutto dell’irriperibilità dei dispositivi biodegradabili e compostabili sugli scaffali dei supermercati, dei negozi e delle farmacie. 

Ne abbiamo parlato con l’onorevole Vita Martinciglio del Movimento 5 Stelle, prima firmataria dell’emendamento che, se approvato, porterà alla riduzione dell’aliquota per gli assorbenti e per i tamponi biodegradabili e compostabili dall’attuale 22% al 5%. 

Onorevole, quali prodotti riguarda questo emendamento? 

«La prima formulazione dell’emendamento comprendeva assorbenti, tamponi, coppette mestruali, pannolini e prodotti per gli anziani. L’ambito è stato ristretto per esigenze di copertura economica. Ad oggi, con sicurezza, posso dirle che saranno inclusi sicuramente assorbenti e tamponi». 

Cosa contiene il testo dell’emendamento riformulato?

«Il testo dell’emendamento riformulato al momento non c’è, perché ieri i lavori della Commissione si sono fermati perché c’è stato un accavallamento di provvedimenti e questo ha generato un rallentamento notevole da parte della Ragioneria di Stato nel fornire pareri. Per cui i lavori della Commissione si sono dovuti arrestare e riprenderanno domenica 1 dicembre alle 19.00. Ad oggi quindi il testo definitivo dell’emendamento riformulato non c’è ancora, ma arriverà presto, anche perché la prossima settimana inizierà la discussione in Aula»

Che costo avrà la misura?

«La stima, solo su assorbenti e tamponi, è di circa 10 milioni di euro. Ma è una stima, perché sono ancora in corso i calcoli della Ragioneria di Stato». 

Ma il provvedimento ‘riformulato’ conterrà le misure comunicate – indirettamente – dal ministro Gualtieri?

«Certo, resta un provvedimento che prevede l’abbassamento dell’Iva dal 22% al 5% sui prodotti igienico femminili biodegradabili e compostabili, che è da sempre una visione del M5s. È un emendamento di cui sono la prima firmataria e da cui poi sono confluite tutte le firme dell’Intergruppo donne, costituito dall’Onorevole Boldrini e rappresentativo di tutte le forze politiche, eccetto Lega e Fratelli d’Italia, al momento. Ma il gruppo è stato appena creato e confido che su tematiche trasversali si possa trovare il modo per lavorare insieme».

Questa proposta era già stata avanzata dal M5s l’anno scorso?

«Sì, e quello che vorrei precisare è che questo è solo il primo passo. Per me oggi non è una vittoria, è un primo segnale in vista di un preciso impegno da parte di questo governo di dare vita il prossimo anno ad una riforma strutturale e organica dell’Iva, perché il mio obiettivo è quello di tutelare tutte le donne, senza distinzioni. È un primo passo verso l’uguaglianza di genere»

Avete puntato soprattutto sulla sostenibilità ambientale?

«Certo, la misura tiene conto degli impatti ambientali, tant’è che vogliamo attraverso questa misura invogliare le donne all’utilizzo di questi prodotti che da un lato soddisfano pienamente le necessità di noi donne, dall’altro hanno anche un ridotto impatto ambientale»

La segretaria di Possibile, Beatrice Brignone, in un post, sostiene che “la misura sia assolutamente apprezzabile verso la sostenibilità ambientale, ma la battaglia per l’uguaglianza, che è alla base della tampon tax, è proprio da tutt’altra parte”.

Inoltre, la misura è stata contestata a causa dell’alto costo dei prodotti e della bassa reperibilità di assorbenti o tamponi biodegradabili e, ancor di più, di quelli compostabili. Come risponde?

«Attualmente è vero che i prodotti compostabili e biodegradabili hanno un mercato più ristretto. Negli ultimi tempi, però, le aziende stanno cominciando a produrre linee ecosostenibili, talune biodegradabili e, in misura inferiore, compostabili. Questo vale anche per linee di alcuni supermercati, oltre che per i marchi più noti. Quindi non nego la fondatezza delle critiche, ma è anche vero che il mercato sta diventando sempre più sensibile a queste esigenze ambientali».

«E ripeto: io oggi da donna non canto vittoria, sia chiaro. Capisco le donne che dicono che il provvedimento non sia ancora del tutto sufficiente e son d’accordo con loro. L’emendamento dell’Iva al 10% applicabile a tutti i prodotti richiedeva però una copertura economica insostenibile, in questo momento. Non è che manchi una volontà politica in tal senso, anzi. Ma talvolta la volontà politica deve entrare nei limiti economici e monetari»

«In questo caso, anziché non ottenere nulla, abbiamo deciso di dare comunque un primo segnale, che però si inserisce in una modifica più strutturale dell’Iva prevista per l’anno prossimo. In questo senso l’impegno del governo c’è»

Lei lo definisce un “primo segnale”. A chi è rivolto? 

«Con questo provvedimento otteniamo da un lato sensibilizziamo le donne verso tutta una categoria di prodotti che, a parità di prestazione, hanno un potenziale impatto negativo inferiore sia per la loro salute (si pensi alle reazioni da contatto, o all’uso di additivi chimici nei prodotti “standard” attualmente sul mercato), sia per l’ambiente»

«Dall’altro lato confido che le grandi aziende possano essere in un certo qual modo incentivate da quest’Iva più bassa a immettere sul mercato prodotti biologici e compostabili»

Al netto di ciò, tra gli “addetti ai lavori” in molti si chiedono se non sarebbe stato meglio incentivare le aziende che producono questi prodotti sostenibili e parallelamente decurtare, seppur in percentuale minore, l’Iva su tutti i prodotti per le mestruazioni. Cosa ne pensa?

«Era impossibile fare tutto in un colpo solo. L’obiettivo resta comunque quello di rivedere organicamente l’Iva sui prodotti femminili l’anno prossimo. Per ora portiamo a casa un risultato, seppur debole, ma con l’intenzione di estenderlo e al contempo sensibilizzare le donne all’uso di prodotti controllati e sostenibili per l’ambiente»

Talvolta però si abusa del termine “bio”, anche in assenza delle specifiche tecniche in fase di produzione e per cui possa essere usata tale denominazione sul prodotto finale.

I prodotti biodegradabili e compostabili devono essere contrassegnati da marchi appositi che ne certifichino l’una o l’altra caratteristica, in conformità alle normative tecniche UNI EN ISO. Aumenteranno i controlli sulle filiere produttive e sui prodotti sugli scaffali?

«Assolutamente sì. L’emendamento che ho presentato è comunque frutto anche di una collaborazione con la commissione Ambiente. Quindi quando parliamo di “sensibilizzazione” parliamo anche della spiegazione della diversa natura dei prodotti biodegradabili e compostabili, spiegandone la differenza, le modalità di smaltimento»

«Avvieremo una parallela attività di monitoraggio per riscontrare possibili scorrettezze. Scorrettezze che, alla luce dell’abbassamento dell’Iva su talune tipologie di prodotti, possono anche avvenire sui prezzi sia sulla qualità finale del prodotto, sia chiaro»

Avete trovato appoggio anche da parte dei colleghi uomini?

«Sì, verrà co-firmato dai parlamentari del M5s della commissione Finanza, ma anche da deputati del Partito Democratico e di Italia Viva»

Contate dell’appoggio dell’opposizione per il via libera a questa misura?

«Colleghe del Gruppo Misto sono favorevoli alla misura. Non posso dirlo con assoluta certezza, ma conoscendo anche alcune colleghe della Lega, grazie ai lavori in Commissione, credo e confido che il buonsenso prevarrà in questo caso»

Nelle scuole e nelle università sono messe in atto delle iniziative per la distribuzione di assorbenti e tamponi in modo gratuito (o a un costo ridotto), autogestite dalle studentesse e dagli studenti. Sul lungo periodo, questo governo può ipotizzare una distribuzione gratuita dei dispositivi all’interno degli istituti scolastici?

«Al momento non abbiamo previsto nulla del genere, ma quando avremo la possibilità di poter realizzare dei provvedimenti a più ampio raggio sicuramente potrà essere un’iniziativa che potremo mettere al vaglio della fattibilità».

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