Omicidio Sacchi, i dubbi sulle dichiarazioni di Anastasia

Il suo interrogatorio era atteso per chiarire i tanti punti oscuri che ruotano ancora attorno alla vicenda, ma la sua versione non convince, anzi solleva nuovi interrogativi

Cappellino rosa in testa, occhiali da sole. Anastasia arriva davanti al gip scortata dal suo avvocato, si siede, si copre gli occhi e inizia a piangere. Poi parla, sorprendendo tutti, persino gli inquirenti che pensavano che seguisse la strategia difensiva degli altri indagati e si avvalesse dalla facoltà di non rispondere.


Parla, ma le sue parole non chiariscono i dubbi. Anastasia si dice estranea alla vicenda, si difende, difende Luca e accusa Princi. Sarebbe stato l’amico di Luca a darle una busta con i soldi. «Non sapevo quale fosse l’importo, non sapevo che c’erano 70mila euro», dice.


Il suo interrogatorio era atteso per chiarire i tanti punti oscuri che ruotano ancora attorno alla vicenda, ma la sua versione non convince, anzi solleva nuovi interrogativi.

«Non sapevo dei 70mila euro»

Se davvero i soldi le erano stati dati da Princi, è possibile che la ragazza non si sia accorta dell’ingente quantità di denaro. Non si tratta di poche banconote, ma di 70 mila euro. Era stata la ragazza stessa, poi, a mostrare il contenuto dello zaino agli intermediari Piromalli e Rispoli, a dirlo sono loro stessi durante le testimonianze.

Non solo, nel momento del primo contatto tra Del Grosso e il gruppo di Anastasia, Princi non è presente. Quest’ultima ricostruzione emerge dall’informativa dei carabinieri. La prova sono le immagini registrate dall’auto di Tommaso Canessa, un testimone.

«Nella circostanza i fotogrammi documentano la presenza in via Teodoro Mommsen di Sacchi Luca, Kylemnyk Anastasia e Marino Munoz Domenico Costanzo […] in quel frangente si nota sopraggiungere un’autovettura Smart, modello Forfour (l’auto su cui viaggiavano Del Grosso e Pirino ndr)». Princi non c’è. Così come non c’è nemmeno quando Del Grosso e Pirino tornano armati per rubare lo zaino che sanno essere pieno di soldi. Una rapina che finisce con la morte di Luca.

L’accusa a Princi

Anastasia dunque accusa Princi davanti al gip. «Giovanni era un amico di Luca da tanto tempo, pensavo fosse una persona perbene», dice. Ma prima di ieri, 4 dicembre, non aveva mai fatto il suo nome agli inquirenti. Il nome di Princi è emerso infatti dalle testimonianze raccolte durante le indagini. Perché ha coperto Princi? Chi sta coprendo ora?

Il giallo sulle sim card

La sua versione potrebbe essere messa alla prova anche da quello che emergerà dalle perizie, in particolare sui suoi cellulari (ne aveva due) e sulla macchina. I dati dai suoi due telefoni e da quelli di Princi verranno estratti il prossimo 9 dicembre. Ma c’è un nuovo mistero proprio attorno agli smartphone: due sim card non si trovano. I due indagati volevano far sparire elementi utili alle indagini?

Il mistero dell’auto

Il 10 dicembre sarà il giorno degli accertamenti sul portafogli e lo zaino di Anastasia. L’11 verrà analizzata la sua macchina, la Citroen C1 che Princi ha avuto l’urgenza di spostare quando Luca era morente in ospedale. La ragazza ha sempre dichiarato di essere andata al pub a piedi.

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