Manovra blindata, voto finale alla Camera il 22 dicembre. Salvini annuncia ricorso (come il Pd l’anno scorso)

Le opposizioni per l’intenzione del governo di chiudere prima di Natale. FdI contesta anche l’impasse sulle Commissioni banche e Forteto e sull’elezione dei membri di Authority Privacy e Agcom

Il governo sarebbe intenzionato a mettere la fiducia sulla manovra alla Camera già domenica 22 dicembre, il giorno dell’approdo in Aula. Ma Fratelli d’Italia non ci sta: i deputati del partito guidato da Giorgia Meloni hanno abbandonato per protesta la conferenza dei capigruppo in corso a Montecitorio per l’intenzione della maggioranza di «chiudere prima di Natale» la manovra, verosimilmente il 23 dicembre, secondo quanto riferisce il capogruppo Francesco Lollobrigida. «Tempi troppo brevi», lamenta FdI, che contesta anche l’impasse sulle Commissioni banche e Forteto e sull’elezione dei membri di Authority Privacy e Agcom. Il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli in Aula a Palazzo Madama ha infatti dichiarato che «preso atto dell’intenzione del governo di procedere ad un’ulteriore proroga del decreto legge della durata in carica degli attuali componenti del Garante per la protezione dei dati personali e dell’Autorità per le garanzie delle comunicazioni, la votazione dell’elezione dei membri di nomina parlamentare già prevista per giovedì 19 è rinviata ad altra data». Insomma, le carica delle guide di Agcom e garante della Privacy sono rinnovate a data da destinarsi. Anche la seduta della commissione bicamerale d’inchiesta sulle banche in calendario per giovedì alle 9, è slittata. All’ordine del giorno della riunione era prevista l’elezione del presidente, del vicepresidente e dei segretari.


Dopo la protesta in Aula, Fratelli d’Italia ha poi chiesto al presidente della Camera Roberto Fico di farsi interprete della protesta sulla stretta calendarizzazione presso il capo dello Stato. «Non c’è più il rispetto delle basilari regole di confronto all’interno del sistema democratico bicamerale – ha detto Lollobrigida ai cronisti -. Sono state sconvocate commissioni come quella delle banche e del Forteto (su scandalo molestie sessuali e pedofilia in una comunità, ndr). La Camera oggi subisce questo atto. Sul Forteto ci sono vittime che chiedevano giustizia. Ci chiediamo perché il Pd e il M5S continuano a rinviare l’istituzione di queste commissioni. Cosa nascondono?». Intanto sulla manovra arriva il giudizio negativo di Carmelo Barbagallo, segretario generale della Uil, al palco della manifestazione nazionale unitaria di Cgil, Cisl e Uil riferendosi all’azione del governo e in particolare alla legge di Bilancio ha detto: «Questo governo per noi ha preso l’insufficienza: intenzioni lodevolissime ma risultati insufficienti». «Ci chiedono di aspettare l’inizio dell’anno prossimo e noi aspetteremo – ha proseguito riferendosi all’apertura dei tavoli su pensioni e fisco – vorremmo però fare accordi che portino il Paese fuori dalla crisi. Al momento ci hanno ascoltato ma ancora non hanno capito, noi vogliamo i risultati e perciò gli staremo con il fiato sul collo».


Il ricorso di Salvini

«Faremo ricorso alla Consulta»: lo dice Matteo Salvini parlando della manovra e sottolineando la «mancanza di trasparenza» e criticando «tempi e modi» dell’esame. Una mossa che ricalca quella fatta dal Pd nel 2018, quando dall’opposizione attaccava il governo Lega-M5s per le stesse ragioni.

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