Il coronavirus vi ha lasciati senza cinema e musei? Guida alla sopravvivenza (culturale)

La vostra Università è chiusa, il vostro cinema di fiducia anche, e voi non avete voglia di recuperare le serie Netflix che avevate già scartato? Niente paura, esistono delle alternative

Eravamo tutti pronti a presentarci all’ingresso del nostro cinema preferito di Milano per l’uscita di «Volevo nascondermi», l’ultimo film di Giorgio Diritti. E chi voleva perdersi il ritorno di Elio Germano sul grande schermo, per di più nel ruolo di Antonio Ligabue? Non noi. Invece, date le procedure d’urgenza scattate per l’escalation di contagi da coronavirus nel Nord Italia, tutti i cinema sono stati chiusi e l’uscita del film è stata rimandata.


Ma non disperiamo: le Regioni colpite dal decreto legge contro la diffusione del COVID-19 stanno già rimediando all’emergenza culturale.


È vero, per i film in uscita c’è poco da fare, ci toccherà aspettare ancora. Ma non per questo bisogna arrendersi alla visione dei lungometraggi che avevamo già scartato su Netflix o su Rai Play, o alle repliche – anche migliori – dei film che passano in Tv. Né bisogna arrendersi a vedere e rivedere le stesse foto su Instagram delle proprie opere d’arte preferite.

Il catalogo della Cineteca Milano in streaming

La Cineteca di Milano ha messo a disposizione una piattaforma con oltre 500 titoli (dei suoi 20mila) per rimediare all’isolamento da coronavirus che alcune città stanno vivendo – almeno dal punto di vista culturale. Basta una registrazione e si può scegliere tra centinaia di capolavori del passato.

NB: L’iniziativa è stata accolta con così tanto entusiasmo che il sistema ha già iniziato a cigolare. Gli organizzatori sono stati costretti a spiegare sui social che «a causa di un boom di registrazioni imprevisto, il servizio ha subito un forte rallentamento».

Arte e musei

Ma gli effetti positivi dell’isolamento sui social non si fermano solo al catalogo della Cineteca. Esistono anche altre iniziative virtuali che stanno prendendo piede in questi giorni di limitazioni fisiche. Per scoprirle tutte vi basta un hashtag: #museichiusimuseiaperti.

Tra quella più interessante c’è l’idea della Pinacoteca di Brera, che ha avviato ieri 26 febbraio la serie “Appunti per una resistenza culturale”: in alcune clip condivise sui Social Network, il personale del museo racconta i capolavori dell’arte e legge brani dai volumi conservati nella biblioteca. «Siamo chiusi, ma questo non vuol dire che il cuore ha smesso di battere», dice nel primo video il direttore James M. Bradburne.

Ma a Milano sono tanti i musei e i luoghi culturali che propongono visite virtuali, lezioni online o solo condivisioni di opere sui social: dal Castello Sforzesco di Milano, passando per la Galleria d’Arte Moderna, dal Museo Studio Francesco Messina, fino Museo Poldi Pezzoli, al MUBA – Museo dei Bambini Milano e al Museo Della Scienza E Della Tecnica.

Sul MAMbo channel, invece, il canale YouTube del Museo di Arte Moderna di Bologna, si potrà vedere da oggi fino a domenica 1 marzo la performance ambientale di Ragnar Kjaransson, “Bonjour“, nell’ambito della mostra ‘AGAINandAGAINandAGAINand’, interessante progetto artistico che fino al 3 maggio raggrupperà al MAMbo le opere di sette artisti contemporanei per riflettere sui temi della ripetizione e della circolarità temporale (di Ed Atkins, Luca Francesconi, Apostolos Georgiou, Ragnar Kjartansson, Susan Philipsz, Cally Spooner, Apichatpong Weerasethakul).

Foto dal sito del MAMbo

Un’esperienza, quella del loop temporale espressa nella mostra, che «è un po’ quello che proviamo oggi nei territori in cui è stata ridotta la possibilità di fruire degli spazi culturali di aggregazione», ha detto Roberto Grandi, presidente dell’Istituzione Bologna Musei. «Abbiamo la sensazione di essere entrati in un loop, in una circolarità di comportamenti ricorrenti».

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Foto di copertina: Krists Luhaers su Unsplash