Serie A, Gravina conferma: il taglio degli stipendi non è un tabù

Il numero 1 della Figc non esclude anche play-off e play-out. Ecco le ultime

Nel mare magnum di dubbi sui tempi dell’allentamento della morsa del Coronavirus sull’Italia, arrivano conferme sulle varie ipotesi che la Serie A ha messo sul tavolo per ripartire e limitare i danni economici, oscillanti tra un minimo di 200 e un massimo di 700 milioni di euro. La notizia di giornata, della quale avevamo in parte già scritto stamattina, arriva dalle parole di Gabriele Gravina, presidente della Figc, in merito alla possibilità di chiedere un ‘sacrificio’ economico ai calciatori alla voce ‘stipendi’: ‘Non è un tabù ipotizzarlo – dice Gravina a Radio 24 -, mi riferisco soprattutto a livelli particolarmente importanti. Siamo tutti chiamati ad un gesto di responsabilità’. Gravina ha aggiunto che ‘Chiederemo una sorta di riconoscimento di forza maggiore per fare in modo che si possano rinegoziare anche al nostro interno alcuni contratti di mutualità’. Per attutire il colpo economico la Serie A cercherà di tornare in campo il 3 maggio in modo tale da chiudere i giochi entro il 30 giugno e non sforare il termine ultimo di scadenza dei contratti dei calciatori (lo stesso 30 giugno). Ma, come specificato da Gravina, qualora dovesse rendersi impossibile giocare tutte le gare in programma si attuerebbe una modifica dei format: scudetto e retrocessioni verrebbero regolati da play-off e play-out. Uno scenario e tante regole ancora da stabilire.


Foto di copertina Ansa


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