Coronavirus. La solidarietà dei curdi per l’Italia passa dai campi profughi ai social – Foto e video

Piccoli gesti di solidarietà da parte dei curdi in varie forme, dal campo profughi di Shenba alla Svizzera

Circolano alcune foto con dei bambini curdi che tengono in mano dei piccoli volantini con scritto «Resisti Italia andrà tutto bene» a sostegno del popolo italiani nella lotta contro il Coronavirus. Incuriosito dalle foto ho provato a trovare la fonte, dove e quando sarebbero state scattate e se non si trattava di fotomontaggi quando in questo periodo le bufale non mancano. Per fortuna sono vere, così come sono veri altri gesti di solidarietà da parte di cittadini curdi dai campi profughi ai social.


Le foto sono state scattate nel campo profughi di Shenba dalla Mezzaluna Rossa Kurdistan Italia Onlus, notiamo il simbolo nelle stesse foto, e pubblicate nella loro pagina Facebook il 19 marzo 2020:

Un altro messaggio solidale direttamente dai campi profughi di #Shehba. In questo momento così difficile per l’Italia, tutte le profughe e tutti i profughi residenti a Shehba si stringono intorno a tutte e tutti noi, ben consapevoli di cosa significa vivere in un contesto come il nostro. Ci sono vicine e vicini e condividono il nostro dolore e le nostre paure: paura per i propri cari, per le persone a cui vogliamo bene, per le proprie città. Sanno fin troppo bene cosa significa non avere la possibilità di muoversi liberamente, di non poter abbracciare familiari e amic*. La solidarietà che noi abbiamo dimostrato loro in questi anni di terribili conflitti ci viene restituita oggi, con l’empatia di chi sa cosa stiamo provando. Spas!

Cercando attraverso i social le foto di questi splendidi bambini, di cui dovremmo ricordarci in futuro vista la loro situazione, capita di imbatterci in altri gesti di solidarietà anche molto originali come quelle dell’utente curdo @ajisaeedyahya residente in Svizzera.

In un video, pubblicato su TikTok e poi su Twitter, Aji tiene sopra le proprie gambe quella che sembra essere il tricolore italiano per poi srotolare il tutto mostrando la bandiera del Kurdistan, un segno di vicinanza attraverso un gioco di colori con il sottofondo musicale del canto popolare italiano «Bella ciao».

Il parere degli esperti:

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