Coronavirus, in India cala l’inquinamento e la catena dell’Himalaya torna a essere visibile – Le immagini

La riduzione delle attività produttive e il rallentamento nei trasporti hanno ripulito l’aria e schiarito i cieli nel Paese, come altrove

Se in Italia sono tornati i cigni in città e i delfini si sono riavvicinati alle coste, in alcune parti nel nord dell’India sono “tornate” le Himalaya. Tutto “grazie” al rallentamento dell’attività produttiva a cui sono stati costretti i governi in entrambi i Paesi per arginare l’avanzata del Coronavirus e il conseguente calo nell’inquinamento.


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A testimoniarlo sono stati diversi residenti delle città del nord dell’India, come Jalandhar nel Punjhab, che hanno visto riapparire la catena montuosa più alta al mondo, distante circa duecento chilometri dalle loro abitazioni ed improvvisamente visibile. Come hanno scritto alcuni, non accadeva da decine di anni, da quando è accelerata notevolmente l’industrializzazione della regione – il Punjab conta più di dieci città industriali – come anche dell’intero Paese. L’India infatti ha un triste primato: ospita 20 delle 30 città più inquinante al mondo.


Il Coronavirus e il calo dell’inquinamento

Il Paese, che conta circa 1,4 miliardi di abitanti, è in lockdown dal 22 marzo circa. Sono stati registrati circa 6.700 casi positivi mentre sono 227 i decessi ufficiali da Covid-19, secondo gli ultimi dati della John Hopkins. Come ha dichiarato il Comitato centrale per l’inquinamento indiano, il lockdown di poco meno di tre settimane ha portato a un notevole miglioramento nella qualità dell’aria.

Nuova Delhi ha riscontrato una riduzione del 44% nei livelli di inquinamento atmosferico di PM10 il primo giorno delle sue restrizioni. Nel frattempo la qualità dell’aria a Jalandhar è stata valutata come “buona” sull’indice nazionale del Paese per 16 dei 17 giorni dall’annuncio del blocco nazionale. Un miglioramento netto rispetto all’anno scorso quando i giorni con una buona qualità dell’aria erano stati zero.

Foto di copertina: Facebook

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