Coronavirus, zero morti in Lombardia? Fontana e Gallera frenano: il sospetto sui dati dai Comuni in ritardo

Anche l’epidemiologo della task force della Regione dice che sarà necessario «fare verifiche», sebbene non ci sarebbe da «stupirsi» rispetto a un’inversione di rotta

Il dato di zero decessi da Coronavirus in Lombardia diffuso nel consueto bollettino giornaliero, nella giornata di ieri, 24 maggio, va guardato «con prudenza», secondo Giulio Gallera. «È successo all’inizio di ogni mese che arrivano anche un centinaio di decessi legati alle anagrafi dei Comuni che non vengono aggiornate quotidianamente».


L’assessore al Welfare è scettico sui nuovi dati dei decessi della sua Regione. Durante un’intervista a Mattino Cinque, specifica anche che «dai nostri ospedali» è arrivato «il dato che segnalava nessun decesso, ma era domenica ma non vorrei oggi essere euforico su un dato che sarebbe significativo» ma registrare poi «una forte smentita».


Prima di registrare, alla voce decessi, il numero “zero”, in un primo momento la stessa Regione lo aveva segnato come “dato non disponibile” per poi spiegare che stavano facendo tutti gli accertamenti. A inizio maggio c’era stato un problema sul numero dei decessi: il 2 maggio, infatti, la Regione Lombardia aveva comunicato che al dato delle ultime 24 ore andavano aggiunti 282 morti non conteggiati ad aprile.

Giulio Gallera
ANSA/Mourad Balti Touati

Stessa linea di pensiero per Attilio Fontana. Il presidente della Regione è cauto: lo “zero decessi” è un dato che «andrà preso con le pinze, nel senso che purtroppo la domenica è un giorno durante il quale la comunicazione non è sempre precisa e perfetta, a volte arrivano in ritardo. È sicuramente molto positivo come dato, però non illudiamoci che sia finita». Lo ha detto a Rtl e ha poi sottolineato che i dati «sono assolutamente ufficiali». Però «non illudiamoci che adesso sia finito il numero di morti».

Attilio Fontana
ANSA/Mourad Balti Touati

L’epidemiologo della task force

«Restano da fare verifiche coi Comuni, ma il segnale resta chiaro. E non ci sarebbe troppo da sorprendersi», spiega Vittorio Demicheli, epidemiologo alla guida della task force della Regione e direttore sanitario dell’Ats di Milano. Per lui, nulla di strano, anzi. «Man mano che l’epidemia anche in Lombardia retrocede si ragiona su numeri sempre più piccoli. Il dato dei decessi rispecchia l’andamento».

Ma questo non è affatto un segnale di vittoria, come spiega al Corriere della Sera: «Non possiamo escludere una ripresa del contagio e un’oscillazione dei numeri dato che ora la gente sta tornando alla vita di prima. La prima riapertura del 4 maggio sembra assorbita. Se il trend dovesse continuare ad essere questo in un paio di settimane potremmo arrivare a numeri minimi».

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