Coronavirus, il 57% dei genitori contrari alla chiusura prolungata delle scuole – Il sondaggio

Su un campione di 1.000 rispondenti, la maggior parte è delusa da come è stata gestita “l’emergenza scuola”

    La Fase 2 della scuola non convince gli italiani. Riaprono le fabbriche, gli uffici, i ristoranti e i bar ma le scuole sono rimaste chiuse, a differenze di altri paesi europei che invece hanno fatto riprendere le lezioni “in presenza” prima della fine dell’anno scolastico. La giustificazione ufficiale – ovvero che la riapertura delle scuole possa portare a un aumento dei contagi da Coronavirus – non sembra aver convinto la maggioranza del Paese. Secondo un sondaggio dell’istituto demoscopico Noto, effettuato il 29 maggio su un campione di mille persone, una minoranza crede che sia giusto aspettare fino a settembre per ripartire. Pesa anche la preoccupazione per gli effetti – anche sulla salute – della didattica a distanza sui figli.


    Bocciata la “dad”

    Il 57% della popolazione non ha condiviso la durata così prolungata della chiusura delle scuole e crede che avrebbero dovuto riaprire a maggio, all’inizio della Fase 2. Una maggioranza ampia (59%) boccia la “dad” (didattica a distanza). Inoltre, quasi la metà (46%) sostiene che la mancanza della scuola abbia influito negativamente sull’umore dei propri figli.


    I genitori preoccupati per la riapertura a settembre

    Delusione tra i genitori anche per la decisione da parte del governo di non permettere il ritorno a scuola l’ultimo giorno dell’anno – il 60% lo avrebbe gradito (ma su questo punto la sottosegretaria Anna Ascani ieri ha aperto ad una revisione). Infine, la cosa che preoccupa di più è l’idea che a settembre la scuola possa non essere quella di prima, ovvero che l’orario scolastico possa essere ridotto: due genitori su tre si dichiarano in disaccordo con la diminuzione dell’orario delle lezioni da 60 a 40 minuti.

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