Dal 2012 a Minneapolis quasi 60 persone hanno perso conoscenza per la manovra che ha ucciso Floyd (il 65% sono neri)

Un ginocchio messo sul collo della persona fermata, l’aria che comincia a mancare e lo sguardo che si spegne. Ecco cosa dicono i dati sul “neck restraints”

Neck Restraints. In Italia non è semplice tradurla ma suonerebbe come «costrizione al collo». È la manovra con cui Derek Chauvin ha bloccato a terra George Floyd tra le strade di Minneapolis. Una manovra che è durata 8 minuti e 46 secondi. Floyd prima ha perso conoscenza e poi, una volta trasportato all’Hennepin County Medical Center, è stato dichiarato morto.


Secondo i dati della polizia di Minneapolis il neck restraints è stato utilizzato su altre 428 persone dal 2012. Il 14% delle persone su cui è stata usata hanno perso conoscenza, 59 per la precisione. Calcolando una media, vuol dire che questa manovra è stata utilizzata una volta a settimana.


Ma c’è un’altra percentuale che viene messa in evidenza dai media statunitensi: i due terzi delle persone su cui è stata usata erano neri, il 65% per la precisione. La sproporzione è più chiara guardando i dati della popolazione: sul totale dei residenti a Minneapolis solo il 19% è nero.

La manovra utilizzata da Chauvin non è inserita nei manuali della polizia

La Cnn riporta anche un altro particolare. Secondo le fonti ascoltate dal network statunitense sembra infatti che la procedura utilizzata da Derek Chauvin non fosse la stessa descritta dai manuali della polizia di Minneapolis.

Nei documenti ufficiali si descrive il neck restraints come una «non deadly force option», una opzione che prevede l’utilizzo della forza ma non viene considerata letale. Secondo i manuali infatti bisogna fermare il sospetto bloccando il suo collo ma senza esercitare pressione direttamente sulla trachea.

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