L’allarme del controterrorismo inglese: i gruppi neonazisti vogliono «Infettare deliberatamente» ebrei e musulmani con il Coronavirus

Il 90% dei messaggi falsi contenenti indirizzati alla propaganda razzista non sarebbe stato cancellato dai social, nonostante le segnalazioni

La preoccupazione, circostanziata, è contenuta in un report dell’agenzia inglese antiterrorismo Commission for Countering Extremism. Secondo il documento, in particolare neonazisti e attivisti di estrema destra (ma ci sarebbero segnali analoghi anche da parte di formazioni di altro credo politico) avrebbero fatto appello ai propri seguaci perché infettino mussulmani ed ebrei, sfruttando il Coronavirus.


Stando a quanto riporta un articolo della Cnn, dall’inizio della pandemia, la commissione inglese ha ricevuto costanti report su come gruppi di estremisti di diversa estrazione vogliano usare il virus per promuovere una narrazione divisiva ed aumentare le tensioni sociali.


Gli attacchi sono di tipo diverso. I gruppi islamici starebbero propagando «una narrativa anti democratica e anti occidente» sostenendo che la malattia Covid-19 è una punizione divina per la degenerazione nei costumi o, in alternativa, la piaga inviata da Dio contro la Cina per il trattamento che riserva alla minoranza islamica degli Uiguri.

Infettare le minoranze

Dall’estrema destra arriverebbe, però, la minaccia più circostanziata: «Abbiamo ascoltato interventi di estremisti inglesi di estrema destra e gruppi neonazisti che incoraggiano ad infettare le minoranze, inclusi gli ebrei», avrebbero scritto gli analisti, secondo la Cnn.

A giugno, il capo sovrintendente Nik Adams, coordinatore nazionale dell’Uk Prevent counterterrorism program aveva avvertito che la parte di società più vulnerabile avrebbe potuto essere attratta dai gruppi terroristici e dalla loro propaganda.

E infatti, i gruppi di estrema destra, prosegue il documento, starebbero cercando di rafforzare la narrazione anti immigrazione e populista. A preoccupare gli analisti dell’antiterrorismo inglese è il fatto che il pubblico sembra essere sempre più sensibile ai messaggi radicali. Ad esempio, un post che parlava di come i musulmani violerebbero sistematicamente il lockdown sarebbe stato condiviso 2.700 volte. E qui appare un ulteriore dato altrettanto controverso: secondo uno studio citato nel report, il 90% dei contenuti falsi di questo genere non sono stati messi sotto osservazione in alcun modo dagli amministratori dei principali social media, né cancellati, nonostante le molteplici segnalazioni da parte di gruppi di volontari.

In copertina: Foto Ansa | controlli a Londra per il Coronavirus

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