Gli Emmy Awards cambiano volto: come saranno i più attesi premi della Tv al tempo del Coronavirus

Tra le novità che ormai sembrano consolidate c’è l’assenza del pubblico e del “red carpet”

Come rendere una manifestazione come quella degli Emmy Awards all’altezza dei tempi che stiamo vivendo? A meno di un mese dalla cerimonia internazionale dei premi televisivi più ambiti – che si terrà il 20 settembre prossimo – i produttori stanno lavorando per cercare di confezionare uno show il più sicuro possibile. Nel rispetto delle misure per il Coronavirus, l’obiettivo è quello di rendere l’intero prodotto tanto “fisico” quanto basta per tornare ai vecchi tempi, a quando i lustrini e le statuette si aggiravano per il Microsoft Theatre di Los Angeles senza bisogno di mascherine.


«Non dovremmo perdere di vista che gli Emmy sono premi prestigiosi e non li stiamo distribuendo per divertimento, li stiamo distribuendo per rimarcare ancora una volta l’eccellenza di questa premiazione», ha detto a Variety Ian Stewart , la cui azienda è coinvolta nella produzione dello spettacolo per il terzo anno consecutivo. 


Tappeti rossi e telecamere

Per ora, le notizie certe sono due: niente pubblico e niente tappeto rosso sul quale veder volteggiare metri di organza e tulle. Il presentatore, Jimmy Kimmel, condurrà gli Emmy da un palco allo Staples Center, una struttura di enormi dimensioni. E la scelta non è stata affatto casuale, come spiega il produttore esecutivo della serata, Reginald Hudlin:

«Questo spettacolo avrà bisogno di un numero incredibile di collegamenti elettrici dentro e fuori, perché i candidati non ci saranno. Quindi porteremo le telecamere lì dove sono i nominati. E il numero di collegamenti è così elevato che abbiamo bisogno di una struttura come lo Staples Center, che è abituato ad incanalare tanto segnale per le dirette televisive per via dei giornalisti che di solito occupano l’edificio».

Ci saranno telecamere professionali e, se possibile, operatori video per ogni stanza in cui si trova ogni candidato. Saranno ben 140 i segnali di risposta dal vivo che arriveranno in cabina di regia allo Staples. I produttori hanno chiesto a tutti i candidati di inviare un discorso di ringraziamento pre-registrato. Ovviamente andrà in onda solo il ringraziamento del vincitore. 

In questo caso, Hudlin, Stewart e il team vogliono si trasmetta dal vivo il più possibile, aggiungendo un ulteriore livello di difficoltà tecnica. In alcuni casi, hanno accettato che un membro della famiglia di un ipotetico candidato resti con lui in camera per azionare la telecamera al momento della diretta. L’obiettivo è evitare di utilizzare piattaforme come Skype, FaceTime o Zoom.

Un nuovo modo di intendere gli Emmy

Tra i punti interrogativi che rimangono c’è la modalità di accettazione del premio: una delle idee è quella di consegnare il premio in auto a casa dei vincitori ma per ora sembra sia stata bocciata. «Ci sono persone nominate che vivono a Los Angeles, che vivono a Londra, che vivono a Berlino e Tel Aviv, stiamo cercando di capire come fare», ha spiegato Haudlin. Il punto, quello più importante per la direzione artistica, è che nulla sia come lo ricordavamo. La cerimonia deve esserci, ma in linea con il momento storico.

Stewart ha detto che una nuova concezione sarà estesa anche al modo in cui i candidati riceveranno i premi. Alcuni potrebbero essere vestiti con il loro abito d’alta moda, mentre altri potrebbero indossare un pigiama. «Se vuoi essere sul tuo divano, sudato, va bene anche questo», ha detto. «Sarà molto più informale, molto più divertente, visto che siamo più coinvolti insieme. La manifestazione andrà come deve andare. Speriamo davvero bene, ma non posso sedermi qui e dire che andrà alla perfezione al 100% perché nessuno l’ha mai fatto prima».

E Hudlin ha dato man forte a Stewart, aggiungendo: «Spesso quando le persone vincono un premio, lo dedicano ai propri figli. Bene, i tuoi figli possono essere lì con te. Forse stai accettando il premio dalla loro camera da letto. Questa è un’opportunità per reinventare ogni aspetto della cerimonia».

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