«Così la pallavolo scompare». La lettera di Federvolley ad Azzolina per aprire le palestre delle scuole

«Le nostre 4800 società svolgo la loro pratica sportiva in migliaia di palestre delle scuole», ha spiegato il presidente della FIPAV, Bruno Cattaneo, alla ministra dell’Istruzione

Ci sono voluti mesi per organizzare il ritorno a scuola dopo lo stop imposto dal Coronavirus. Un percorso tortuoso, non ancora finito. Ma oltre al mondo dell’istruzione, a lamentare una carenza di attenzione e soluzioni è anche quello dello sport. Soprattutto quello che si gioca nei comuni, nelle province, e nelle piccole, e spesso inadeguate, palestre scolastiche.


Ad affrontare la problematica è la Federazione italiana di pallavolo che ieri ha inviato a Lucia Azzolina una lettera in cui spiega alla ministra dell’Istruzione il grande problema della «mancata concessione dell’utilizzo delle palestre scolastiche alle società di pallavolo nell’orario extracurriculare». Il presidente della Federvolley, Bruno Cattaneo, ha scritto per ricordare come il movimento pallavolistico in Italia – e quello di gran parte dello sport italiano – si fondi sull’utilizzo delle strutture degli istituti scolastici. Unica risorsa per chi in Italia lo sport lo vuole praticare.


«Le nostre 4800 società svolgono la loro pratica sportiva in diverse migliaia di palestre delle scuole coinvolgendo circa 255mila atleti tesserati in una fascia d’età che va dai 6 ai 19 anni», spiega Cattaneo ricordando come l’aspetto sociale delle attività sportive «debbano essere considerati importanti aspetti complementari per la formazione culturale ed educativa-comportamentale dei più giovani».

Il problema sollevato dalla Federvolley riguarda centinaia di istituti italiani che ancora non concedono gli spazi negli orari extracurriculari. Spazi senza i quali le discipline sono destinate a scomparire. Ma – come ricorda Cattaneo – per un governo che non investe nello sport, sono spesso le società sportive a farsi carico di tutte le spese per le attrezzature: «Oltre a pagare il dovuto canone d’affitto, spesso contribuiscono in maniera attiva alla manutenzione e al miglioramento delle stesse infrastrutture».

L’appello è chiaro. Mentre per mesi è stato messo un proficuo impegno nel far ripartire il campionato di calcio, meno, e quasi nullo, è stato messo nel dare nuova vita alle fondamenta dell’attività sportiva in Italia: «Capirà bene – conclude Cattaneo – che in questo modo vengono a mancare le condizioni necessarie, affinché pallavolo e scuola possano proseguire quel percorso comune fondato sui valori sociali, educativi e sportivi che sono alla base della società moderna».

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