Il caso Suarez, l’inchiesta madre e il ruolo della rettrice Bolli. I sospetti del predecessore: «Con me i conti erano in regola»

di Giulia Marchina

L’indagine sul giocatore che doveva andare alla Juventus parte da un altro filone. La rettrice Grego Bolli ha preso le distanze ma ora le verifiche riguardano anche la sua gestione

Nelle stanze dell’Università per Stranieri, ancora semivuote perché le lezioni per tanti riprenderanno il primo ottobre, qualcuno storce il naso: «Non posso credere che lei fosse prorettrice e non sapesse nulla di quello che accadeva qui dentro». Parlano di Giuliana Grego Bolli e dello scandalo finito nell’inchiesta giudiziaria da cui nascono, per caso, le intercettazioni e quindi l’intero caso Suarez.


Secondo alcuni, a cominciare dai più agguerriti tra i rappresentanti studenteschi, quella storia aveva già svelato che qualcosa proprio non andava, nelle certificazioni linguistiche propedeutiche alla cittadinanza. E ora anche l’ex rettore, Paciullo, contattato da Open solleva dei dubbi su quanto accaduto durante la sua gestione: «Quando c’ero io i conti erano in regola», ci dice. Sicuramente, la procura di Perugia sta verificando l’intera amministrazione, prima ma anche dopo l’arrivo di Grego Bolli.


Il caso degli studenti cinesi

Siamo a due anni fa: il cambio della guardia all’Università per Stranieri di Perugia è avvenuto nel novembre 2018: il testimone è passato dall’ormai ex rettore Giovanni Paciullo alla rettrice in carica – e ora indagata per il caso Suarez – Bolli. Grego Bolli arriva alla massima carica dopo essere stata prorettrice di Paciullo, quando – e qui il sospetto di qualcuno vicino agli ambienti universitari – l’ateneo viveva già i suoi primi problemi. Appena insediata, non passa nemmeno un anno, e ad agosto 2019 vengono a galla le prime stranezze.

Si parla di un buco di circa 400 mila euro, «probabilmente già risalente all’amministrazione di Paciullo», ci dicono. Un ammanco dovuto alle mancate quote pagate dagli studenti cinesi che, quando arrivano in Italia per scambi culturali, si affidano ad agenzie specializzate che si occupano anche del pagamento delle tasse di iscrizione ai corsi, trattenendo una percentuale.

In questo caso vengono indagati due cittadini cinesi. L’Università sostiene che la delibera che li autorizzava a proporre un’iscrizione scontata alla facoltà «fosse un falso. Certamente nei documenti pubblici non compare. Non so fino a che punto si possa dire che l’università – che all’epoca aveva preso le distanze dichiarandosi parte lesa – non sapeva», ci spiega una fonte che chiede l’anonimato.

Il meccanismo scoperto finora, in ogni caso, era semplice: gli studenti pagavano tariffa piena all’agenzia, che però versava le tasse “scontate” e i due incassavano la differenza sull’intero ammontare che gli studenti avrebbero pagato. L’ateneo, però, non protestava come capita in qualunque università d’Italia se uno studente decide di autoridursi le tasse a piacimento.

Le iscrizioni procedevano regolarmente, anche se il buco nelle casse continuava a crescere. A novembre 2019 la procura di Perugia comincia a indagare. Abbiamo chiamato la segreteria dell’Università per chiedere spiegazioni, ma non abbiamo avuto risposta.

I soldi che mancano e il “corvo” in ateneo

Neppure l’università nei primi mesi fa nulla. A gennaio 2020, però, Grego Bolli convoca una conferenza stampa d’urgenza. La situazione è delicata: qualcuno invia dossier anonimi ai giornali parlando di buchi di bilancio, tasse non pagate, una faccenda su cui starebbe indagando la Procura e la Corte dei Conti. Il quotidiano La Repubblica tira fuori il “caso”.

Nel frattempo le Fiamme Gialle irrompono con un blitz nell’ateneo per controllare i cartellini ai dipendenti. «Non ero mai stata messa al corrente della gestione e prendo le distanze da ogni irregolarità amministrativa e contabile», dice Bolli in conferenza. «Fosse così, però, non si è mai nemmeno presa la briga di andare a controllare», dicono, oggi, in ateneo.

La versione dell’ex rettore

«A me non va proprio di parlarne». Giovanni Paciullo, ex rettore di UniStraPg non vuole saperne di affrontare l’argomento. «Se sono deluso? Sono preoccupato per l’immagine che l’università sta restituendo e per la situazione», spiega, parlando della presunta truffa organizzata dall’amministrazione per promuovere Luis Suàrez all’esame di italiano.

Gli chiediamo se invece il resto della situazione non gli paia preoccupante. «Non posso dire nulla». Gli facciamo presente che la rettrice ha dichiarato che i problemi all’interno della facoltà sono pregressi, che non la riguardano. «Se avesse detto una cosa simile l’avrei già querelata». Quindi non è vero, non c’erano ammanchi? «No, non c’erano, era tutto perfetto». Ma ci sono studenti che siedono nel cda e che hanno visto i bilanci e hanno definito la cosa tutto meno che perfetta: «Non ritengo sia così, con me era tutto in regola».

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