Il presidente dell’Inps Tridico si alza il compenso a 150mila euro. Polemiche per l’aumento con effetto retroattivo

A inizio mandato lo stipendio ammontava a 62mila euro. Al numero uno dell’ente spetterebbe ora anche la differenza, per un totale di circa 100mila euro. L’Inps smentisce: «notizia priva di fondamento».

Il compenso del presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, passa a 150 mila euro. L’aumento è fissato dal decreto interministeriale, firmato il 7 agosto scorso dalla ministra del Lavoro Nunzia Catalfo di concerto con il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Secondo Repubblica, il Cda ha assegnato il quantum durante una riunione in pieno lockdown da Coronavirus. A inizio mandato Tridico percepiva 62 mila euro. Ma non è tutto. Lo stesso decreto interministeriale del 7 agosto 2020 recita: gli emolumenti «sono riconosciuti con decorrenza dalla data di nomina del presidente, del vice presidente e dei consiglieri di amministrazione». Tridico è in carica dal maggio del 2019. A marzo, però, siccome il governo Conte 1 non riusciva a trovare l’accordo sul consiglio di amministrazione, Tridico era stato designato come «organo munito di poteri». Tradotto: al numero uno dell’Inps spetterebbe ora anche la differenza, per un ammontare totale di circa 100 mila euro.


In una nota la Direzione Risorse Umane dell’Inps fa sapere però di non aver corrisposto a Tridico compensi arretrati in seguito al decreto di agosto e, in ogni caso, di non aver previsto l’erogazione di un compenso arretrato. «Pertanto – continua la nota – la notizia apparsa sul quotidiano la Repubblica su un compenso arretrato al presidente pari a 100 mila euro è priva ogni fondamento». Ad ogni modo, l’aumento e le modalità con cui questo è avvenuto, però, non piacciono ai revisori, che vogliono vederci chiaro. Il 10 settembre, i sindaci di Inps hanno messo a verbale un’istanza di chiarimenti, con richiamo formale. L’obiettivo dei revisori è contestare non tanto l’aumento quanto la retroattività. A sostegno della loro tesi, la legge 75 del 1999, che stabilisce che gli amministratori vadano pagati dalla data dell’insediamento e non da quella della nomina.


Di Maio e Conte «chiedono accertamenti»

Nel frattempo da Giugliano in Campania, comune della città metropolitana di Napoli dove si trova per un evento elettorale, Luigi di Maio dichiara: «su questo chiederò chiarimenti nelle prossime ore». Per il momento anche il premier non commenta. Intervenendo al Festival dell’Economia di Trento Conte ha detto di non essere informato sulla vicenda e di aver «chiesto accertamenti».

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