Riservato – Nel Napoli ci si interroga sulla partita con la Juve: un rischio per tutti giocarla?

di OPEN

Saltare una partita, giocandosi il jolly del rinvio per il tutto il campionato, oppure rischiare il contagio. Sono queste le due scelte tra cui deve decidere la società

Un’ombra sempre più scura si stende sul regolare svolgimento del campiaonato di Serie A. Come si sa il Napoli ha annunciato poche ore fa che uno dei suoi giocatori più rappresentativi, Zielinski, è risultato positivo al secondo tampone per il Coronavirus (e con lui anche un accompagnatore della società). Ora il timore è che spuntino fuori nuovi casi dall’esito del tampone finale di domani, quello che la società napoletana attende di conoscere prima di intraprendere la trasferta di Torino per il match con i campioni d’Italia della Juventus. Perché questa apprensione? Perché è davanti agli occhi di tutti l’esempio del Genoa. La società ligure ha scoperto di avere due giocatori positivi prima della trasferta a Napoli, quindi altri otto all’indomani della partita, un altro mercoledì, ancora uno ieri e infine (almeno per ora) altri due oggi. Molti di loro erano in campo col Napoli, che ora è comprensibilmente preoccupato dalla prospettiva di scoprire a grappolo una progressione simile nel contagio. Per questo negli ambienti della società napoletana, il cui presidente peraltro è stato a sua volta contagiato poche settimane fa ed è appena guarito, ci si domanda se sia il caso di partire per Torino, anche nell’interesse della squadra avversaria. È un po’ il “baco” che si nasconde nelle decisioni prese ieri dalla Lega di Serie A: una società con molti positivi al Covid può giocarsi il jolly di un solo rinvio in tutto il campionato. Ma se invece va a giocare, col rischio di avere altri casi non ancora conclamati nelle proprie file, può portare il contagio anche tra i giocatori della squadra avversaria. Quale è allora l’interesse prevalente? È probabile che domani, in caso di nuove brutte sorprese dai risultati del tampone finale, De Laurentiis compia un passo al riguardo con Andrea Agnelli e i vertici di Figc e Lega


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