Coronavirus, Ippolito (Cts): «Non ci aspettavamo questi dati, siamo preoccupati. Dobbiamo alzare il livello di attenzione»

di Fabio Giuffrida

Se i dati dovessero continuare a salire, non si esclude di «considerare misure ulteriori», ha detto Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani di Roma

Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’istituto Lazzaro Spallanzani e membro del Comitato tecnico-scientifico (Cts), non usa mezzi termini e mostra tutta la sua preoccupazione per l’attuale situazione epidemiologica in Italia. Solo ieri sono stati registrati 4.458 casi di Coronavirus in 24 ore. «Non ci aspettavamo questi dati. Quasi mille in più rispetto al giorno precedente a fronte di 5mila tamponi in più sono tanti», ha detto Ippolito al Corriere della Sera.


«Non bisogna abbassare il livello di attenzione»

Al momento il livello di ospedalizzazione e occupazione delle terapie intensive «è controllato in tutte le regioni» ma «non è escluso che possa salire». «Certo è che non bisogna abbassare il livello di attenzione, anzi dovremmo alzarlo». Se i dati dovessero continuare a salire, «potrebbe essere necessario considerare la possibilità di misure ulteriori».


Perché i casi sono in aumento

Il boom dei contagi, secondo Ippolito, sarebbe da addebitare alla mobilità della popolazione, alle vacanze e all’abbassamento della guardia in alcune situazioni «come la movida notturna». Il virus circola ancora e gli ultimi dati sono «fonte di preoccupazione». Nessun impatto rilevante, invece, dalla scuola. Duro l’attacco a chi non vuole rispettare le regole (come indossare la mascherina o mantenere il distanziamento sociale): «Sono persone che non hanno alcuna coscienza collettiva e ritengono sì utili le regole, ma solo per gli altri così loro possono farne a meno».

Foto in copertina di repertorio: ANSA/FABIO FRUSTACI

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